C’è ancora in primo piano la spigolosa vicenda della piscina comunale di Paternò, dopo la rinuncia della Federnuoto siciliana di gestire, temporaneamente, l’impianto sportivo di corso Italia. Chiuso dalla fine dello scorso mese di giugno. La vicenda continua a suscitare polemiche, non solo politiche, ma anche dei lavoratori che si ritrovano per il momento senza impiego. Anche se nel bando pubblico per l’affidamento quindicennale dell’impianto – la gara sarà espletata a fine mese o nei primi giorni del nuovo anno – è prevista la loro riassunzione da parte del nuovo ente gestore.
Malessere che si è concretizzato, ieri sera, con un sit-in di protesta da parte di oltre un centinaio di persone, che si sono riunite dinnanzi al cancello d’ingresso della piscina. I manifestanti hanno corredato la protesta tenendo in mano delle candele, poi lasciate accese sul cordolo di recinzione dell’impianto sportivo. Luci da contrapporre a quella che nello stesso momento venivano inaugurate in piazza Indipendenza, dove,alla presenza del sindaco Nino Naso e di buona parte della giunta e di alcuni consiglieri comunali, si stava procedendo all’accensione dell’illuminazione a tempo di musica.
A partecipare alla protesta di corso Italia anche i genitori dei bambini disabili, costretti a emigrare in altri impianti per continuare le terapie. Presenti anche semplici cittadini ed esponenti di partiti o movimenti sia di centro destra che di cento sinistra. Tutti concordi nel criticare l’operato della giunta comunale. Per loro sarebbe stato necessario espletare prima il bando e solo successivamente interrompere la convenzione con la federazione, garantendo così l’apertura della struttura. Da parte sua l’amministrazione comunale ha sempre specificato che la scelta di tagliare con la Federnuoto era legata al fatto che fosse necessario dimezzare i costi di gestione.
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