Due proiettili calibro 22 poggiati davanti al portone d’ingresso del municipio sono stati rinvenuti stamane, intorno alle 8, a Piedimonte Etneo. Ad accorgersi della loro presenza è stato il vice comandante dei vigili urbani, che ha subito allertato i carabinieri della stazione locale. I militari, dopo essere arrivati sul posto, hanno effettuato i rilievi del caso e preso in consegna le munizioni, ritrovate inesplose. Nessuna pista viene esclusa al momento e su tutti i particolari della vicenda l’attenzione degli inquirenti è massima. Ma sulla matrice minatoria dell’accaduto sembrano esserci già pochi dubbi, così come sull’idea che l’avvertimento sia rivolto all’amministrazione comunale, dal 2013 guidata dal sindaco Ignazio Puglisi.
Andremo avanti sulla strada della legalità e della trasparenza
Il primo cittadino, dopo un primo prolungato confronto con le forze dell’ordine, si è riunito in Comune con i funzionari di vertice e qualche fedelissimo. Puglisi si mostra scosso ma non perde tempo a lanciare un invito a serrare le fila: «Se la minaccia fosse confermata sarebbe un’ulteriore conferma di quanto la nostra azione stia dando fastidio a molti – dichiara a MeridioNews – non mi fermerò, andremo avanti sulla strada della legalità e della trasparenza, ma il mio pensiero adesso va soprattutto alla mia famiglia».
Il sindaco di Piedimonte – che guida una Giunta sostenuta dal Partito democratico – non si sbilancia, ma fa cenno al sentore di un «clima pesante» che da qualche tempo in molti avvertirebbero attorno all’amministrazione. Ricorda poi alcune, fra scelte e provvedimenti, che a suo dire avrebbero una valenza cruciale: «Abbiamo smosso le acque su tanti aspetti della vita di questo Comune, dal funzionamento della burocrazia dell’ente alla riscossione delle tasse, fino a temi che non si toccavano da anni come gli sgomberi di numerosi alloggi popolari occupati abusivamente».
Numerosi fin da subito gli attestati di solidarietà ricevuti da impiegati, amici e cittadini.
Di eventi analoghi in paese nessuno dice di ricordarne. Soltanto durante una notte dell’inverno del 2014 venne data alle fiamme l’auto dell’ispettore capo della polizia municipale, mentre si trovava parcheggiata sotto casa. Il caso non venne collegato a ragioni private, bensì all’operato svolto nelle funzioni di agente.
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