Tre proiettili colorati, quelli dei fucili da caccia, lasciati sui gradini dell’ingresso posteriore del Comune di Piedimonte Etneo. Per la terza volta in meno di sei mesi nel piccolo centro alle pendici dell’Etna i carabinieri indagano su presunti atti intimidatori. Il ritrovamento è stato fatto da un agente della polizia municipale, ma ad aiutare l’inchiesta non ci sono immagini di telecamere di videosorveglianza, assenti sul retro del municipio. «Non voglio fare il paladino della legalità – dice a MeridioNews il sindaco Ignazio Puglisi – Ma il susseguirsi di simili fatti non può che preoccuparci, bisogna tenere alta l’attenzione sulla vicenda».
A luglio di fronte all’ingresso principale del palazzo comunale erano stati trovati due proiettili di pistola. In quella circostanza il primo cittadino – che guida l’amministrazione dal 2013, eletto nel centrosinistra e sostenuto dal Pd – aveva detto: «Non mi fermerò, andremo avanti sulla strada della legalità e della trasparenza, ma il mio pensiero adesso va soprattutto alla mia famiglia». Le indagini, in quella circostanza, si erano arenate di fronte a un nulla di fatto: i video di sicurezza non avevano inquadrato nulla di utile e le forze dell’ordine non erano riuscite a trovare ulteriori indizi.
A metà novembre, poi, un’altra presunta intimidazione: quattro colpi di pistola erano stati esplosi contro l’auto di un artigiano 49enne. Il veicolo era parcheggiato in via Verga, a poca distanza dall’incrocio con via Nuova del Convento. «Dopo quella vicenda sono stato ricevuto dalla prefetta di Catania Maria Guia Federico – racconta Puglisi – Le ho illustrato la situazione e posso confermare che sento il supporto delle istituzioni e delle forze dell’ordine». Nel frattempo, l’amministrazione stamattina è normalmente al lavoro. Così come gli investigatori, che formulano diverse ipotesi. Sebbene non si escluda nessuna pista, sembra poco accreditata l’ipotesi che questi atti siano legati ai numerosi sgomberi di case popolari occupate abusivamente, compiuti negli ultimi mesi.
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