Cani randagi in grossi branchi durante il giorno e prostituzione a cielo aperto la notte. Ma anche tanta sporcizia e cattivo odore, panchine distrutte e mattonelle del marciapiede divelte, scarsa illuminazione e cumuli di rifiuti accanto a quella che dovrebbe essere unisola ecologica. Gli abitanti del quartiere sopportano con indignazione.
«È unindecenza, questa piazza. A me fa schifo anche solo guardarla», lamenta un passante sulla cinquantina. Che aggiunge: «Lerba è alta perché per sperare che qualcuno venga a pulire bisogna pregare i santi, ma si vede lo stesso che sotto ci sono mucchi di fazzoletti usati, escrementi, bottiglie vuote e rotte, lattine e anche latrine». Il venditore ambulante di frutta e verdura lì accanto rincara la dose e dice: «Che spreco! La vista è bella eppure la mattina io vedo solo tantissimi cani randagi. Molti sono di grossa taglia e spaventano la gente che si trova a passare». Si siede sulla sua sedia di legno e ricorda: «Questa estate i turisti si affacciavano un attimo a guardare la scogliera ma non si fermavano, cera troppa puzza. E ce nè ancora».
Una situazione di abbandono a pochi metri dai quartieri alti del capoluogo etneo, di emergenza per chi vive o lavora lì nei pressi. «È la piazza dei cani durante il giorno e delle signorine dopo le otto e mezza di sera, quando i negozi spengono le luci e tutta la zona resta poco illuminata. I randagi fanno qua i loro bisogni, per questo cè sempre cattivo odore, e scavano buche. Ma anche le persone non sono da meno. Basta fare un giro per trovare tappeti di cartacce, preservativi, cocci di bottiglie rotte, rifiuti di cibo sulle panchine, cicche di sigaretta e chissà quantaltro» racconta Mariella, parrucchiera in un salone di bellezza dall’altro lato della strada. Che sottolinea: «Tutto ciò rende lo spazio non a misura di cittadino. Non è possibile portarci i bambini per tutte le schifezze che ci sono e nemmeno i proprio cani, a causa dei randagi».
In quella che doveva essere unarea verde, ritagliata sul viale con vista sulla scogliera del Caìto, la logica del degrado sembra prevalere su quella del decoro urbano, aggravata dal fatto che le panchine talvolta si trasformano in dormitori improvvisati e tra i cespugli e le palme si intravedono i resti di veri e propri giacigli dellultima ora.
«Il lato dove ci sono i negozi è più vivibile. Basta attraversare la strada e il panorama cambia del tutto. Qualche tempo fa il pomeriggio si vedevano ragazzi con pattini e skateboard che si esercitavano sulle piramidi, coppiette e tipi da fitness. Dopo la sistemazione di piazza Europa si sono spostati lì e a noi è rimasta solo la parte peggiore del pacchetto. Preferivamo di certo il loro chiasso a questo squallore», spiega il dipendente di un negozio di scommesse. «Basterebbe che la piazza venisse pulita più spesso dalla nettezza urbana e che ci fosse maggiore illuminazione la sera – conclude – È uno spreco bello e buono così e sembra sempre più simile ad una discarica».
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