Tra i due storici palazzi che si guardano in piazza Università ieri sera non c’era una mattonella libera. Sold out per il ritorno a Catania di Beppe Grillo che ha iniziato il suo tsunami tour siciliano in vista delle prossime elezioni nazionali. Sul palco con lui i candidati del Movimento cinque stelle alla Camera e al Senato nelle circoscrizioni dell’isola. Ma è sempre il comico genovese a farla da padrone, ripetendo quello che va dicendo in giro da giorni nelle piazze italiane. Non si salva nessuno dalle invettive di Grillo.
Monti è bocciato su tutta la linea. «Vuole abbassare le tasse, robe da pazzi. Loro che parlano di redditometro in questo momento. Una cosa che fa scendere i consumi, la gente ha paura di spendere», attacca il comico che lancia la proposta di «un politometro», un’indagine sui patrimoni dei politici. «Il lavoro, il lavoro, il lavoro – continua – questa parola che è diventata un tormento. Il lavoro deve essere una parte importante della vita, non tutta la vita. Per questo la prima cosa che faremo in Parlamento è il reddito di cittadinanza per tre anni».
Attacchi pesanti anche al Partito democratico «che dal 1995 gestisce la Monte dei Paschi di Siena, che ha un buco di 27 miliardi, tre volte quello di Parmalat. Andrebbero processati tutti». Pierluigi Bersani non viene nominato, a differenza di Silvio Berlusconi. Il segretario del Pd viene evocato con il soprannome di Gargamella. «Dice che se li tocchiamo ci sbranano, ma non hai più neanche i denti perché hai succhiato per anni Berlusconi, lì dovevi sbranare».
Spazio quindi al programma elettorale, disponibile anche online: pagamento dell’Iva a fattura incassata, semplificazione degli adempimenti fiscali, defiscalizzazione degli investimenti, sconti contributivi per l’assunzione di under 35, abolizione dell’Irap e di Equitalia, collaborazione tra imprese e università. Una sola battuta su Catania. «Il Comune deve aprire le porte e far decidere ai cittadini cosa realizzare con i soldi che ci sono». Prima di lasciare la parola ai candidati, Grillo ribadisce il no al Muos – «Abbiamo perso ogni tipo di sovranità: se gli americani vogliono stare qui, devono aprire campus universitari, non impianti militari» – e si avventura anche in un’analisi di politica estera.
A proposito della situazione in Mali e dell’azione delle truppe transalpine afferma: «I francesi sono ancora colonialisti, vanno là perché c’è l’uranio. Stanno appoggiando un governo golpista, stanno sterminando i tuareg e i musulmani e bisogna stare attenti perché si crea fondamentalismo. Gliele diamo noi le coordinate per puntare i missili, sono quelle del Parlamento italiano». Dove presto andranno a sedere per la prima volta decine di esponenti del Movimento cinque stelle, secondo i sondaggi il primo partito in Sicilia.
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