Sono le quattro del mattino di un venerdì sera di fine luglio. Palermo è quasi deserta. In piazza San Domenico, nel cuore della città vecchia, ci saranno in tutto una decina di persone. Gabriele sale sulla sua bicicletta per rientrare a casa, quando in un angolo sente piangere una ragazza, forse due. «Quando mi avvicino – racconta – la scena è di quelle che fanno accapponare la pelle. Ci sono due turiste inglesi, circondate da otto ragazzi palermitani. Subito arriva un altro gruppo, saranno cinque o sei. Le insultano, si strusciano, palpano, mettono le mani dappertutto, si avvicinano a loro, mentre le due continuano a implorare di lasciarle andare».
È un attimo, Gabriele scende dalla bicicletta e chiede alle due ragazze se sia tutto a posto. Loro sono spaventate, credono che sia soltanto un altro ragazzo che le avvicina per divertirsi. Gabriele si rivolge al gruppo di ragazzi, chiedendo di lasciarle stare. Volano le prime sberle, qualche calcio alla bici. «Sono stato fortunato – continua il racconto del ragazzo, un giovane musicista palermitano – in quel momento è passata una volante della polizia su via Roma, andavano troppo veloce per accorgersi della scena, ma è bastato il lampeggiante perché uno di quei bulletti da bassifondi suggerisse agli altri di andare via».
Gabriele si offre di accompagnare le ragazze fino all’albergo dove alloggiano, a pochi passi dal palazzo delle Poste. Le due sono spaventate, continuano a non fidarsi, ma i singhiozzi suggeriscono loro che sia il caso di farsi accompagnare. Il gruppo, intanto, li segue da lontano. Sono su via Roma, le vetrine de La Rinascente raccontano storie di saldi e prezzi stracciati. Le due ragazze partiranno il giorno dopo. «Le ho accompagnate davanti la porta dell’hotel – conclude Gabriele – non so nemmeno come si chiamano, non ci siamo scambiati i numeri. Mi sono scusato a nome della città. Ho detto loro che Palermo non è soltanto questo. Sono salito sulla bici e sono andato via – conclude – ma la mortificazione, da palermitano, per quella scena degradante mi resterà addosso ancora per molto. Le loro lacrime di paura e riconoscenza le ricorderò per tutta la vita».
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