Sia chiaro, che un privato faccia uso di una piazza a scopo promozionale – e lo può anche dichiarare – non c’è nessunissimo problema. Ma davvero nessuno. È una cosa giusta, e se serve a ridare lustro a vecchie zone dimenticate ben venga per loro e per noi cittadini.
Ma… Se ad inizio cantiere ti viene detto di non preoccuparti per gli alberi perché verrà preservato il verde, e poi gli stessi vengono chiusi in dune di cemento; se ti dicono che ci sarà una area per i cani, e vedi che questa è uno sputo attorno ad un albero (l’unico non violentato, e la mia mente non architettonica-artistica mi lascia presupporre che poteva applicarsi a tutti gli alberi), mentre prima tutta la piazza Lincoln era una zona per i cani; se te la ergono come capolavoro di tutela dell’ambiente e vedi la cementificazione massiccia, un po’, da fruitore abituale della piazza dimenticata, ti arrabbi.
Ma del resto, e lo specifico, questo fa parte del mio insindacabile gusto personale (e non ho niente verso chi gradisce il nuovo aspetto della Piazza, proprio per lo stesso identico motivo), condito di paccottiglia ambientale e una perenne nostalgia. Di contro però, c’è un amore per la mia città che non vede sostitute, e un odio verso le ultime due amministrazioni comunali. Ah, e poi ho il ricordo di un Comune di Catania che nonostante le ventennali sollecitazioni di sistemazione della piazza, e le numerose richieste di permesso per poter quantomeno abbellire un minimo quella piazzetta non considerata da nessuno – se non dagli abitanti del Borgo Sanzio – risponde con indifferenza tipica del catanese gretto (che non ho intenzione di denominare “mio concittadino”) a mo’ di «vabè, ma caffari ddocu!».
Nel ricordo di questo splendido esempio di considerazione dei cittadini, vedere il signor sindaco che si vanta di avermi restituito la piazza, solo perché un privato ci abbia voluto investire (a proposito, il tanto citato bando di concorso è del 2003, fu perfino vinto e furono messi a disposizione 70mila euro, per poi.. Boh! E basta fare una ricerca su internet per scoprirlo, io fino all’altro ieri non lo sapevo), mi suona di presa per il sedere. Tanto più che il sindaco, nel fare l’invito ufficiale all’inaugurazione sulla la sua pagina Facebook, ha fotografato la piazza giusto dall’unico punto verde costruitovi, oscurando tutta la cementificazione massiccia. Oh guarda, siamo in pieno periodo pre-elettorale.
Posso anche sbagliare, ma nel Ruggero Sardo che esordisce descrivendo quanto fosse orribile la piazza prima e di quanto fosse dimenticata, io vedo ogni colpa possibile, in quanto lo identifico come personaggio di quelle televisioni a cui negli ultimi dieci anni è stato chiesto di fare risaltare il problema del degrado di piazza Lincoln, senza aver mai ricevuto una risposta.
Ribadisco il non aver nulla contro l’attività C&G, di cui sono (e spero di non dire “ero”) consumatore di ottimo caffè, quindi la critica non è rivolta a loro. Sebbene, e devo dirlo, il video proiettato in rotazione ieri sia stata una grandissima caduta di stile. Per chi non l’avesse visto, mostrava una serie di foto ingiallite della vecchia piazza, con dei sottotitoli sulla storia del suo degrado. Peccato che in questo video non fossero specificati tutti i tentativi del consiglio di quartiere, tutte le richieste di permesso, tutta la storia controversa della piazza, l’intervento degli scout di via Siena, i sit-in di CittàInsieme, le petizioni, tutte le richieste di rimozione della ferrovia, e via dicendo. Se si pensa inoltre che il tutto è patrocinato dal Comune, cito la reazione che ho subito avuto e che misi come stato di Facebook: «Come se Ponzio Pilato, due giorni dopo la crocifissione andasse al bar per dire: “Che scandalo, hanno ucciso Gesù Cristo”».
Il concetto di restituzione è un po’ strano.
Albo Abourt
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