Via la lamiera verde, le sterpaglie e i rifiuti: tocca adesso ad operai e mezzi del Comune rimettere in sesto la villetta di piazza Principe di Camporeale. L’area verde, off-limits per la cittadinanza da circa dieci anni, ovvero dalla cantierizzazione del giardino per la costruzione di uno dei pozzi per il collettore fognario sud-orientale, è da qualche giorno sottoposta al doveroso intervento di ripristino della sua funzionalità.
Infatti, passando adesso dalla piazza, attraverso la recinzione leggera da cantiere stradale si riesce finalmente a vedere cosa c’è all’interno della villetta, seppur si tratti ancora di un ibrido, visto che i lavori di riqualificazione sono ancora in pieno svolgimento, e perché non tutta la superficie sarà utilizzabile, come dimostra la recinzione circolare in legno che delimita il pozzo di ingresso dello scavo per la galleria fognaria. Quell’appalto infatti – per varie vicissitudini – attende ancora di essere ripreso, perciò quella porzione resterà ancora murata.
Anzitutto gli operai dei Coime hanno rimosso tutti i rifiuti e il verde anomalo che si erano accumulati in questi anni (qui alcune immagini del prima), quando la recinzione in lamiera aveva sostanzialmente reso l’area un rifugio per senzatetto e tossicodipendenti. Un’operazione che ha incluso anche la zona della statua di Francesco Paolo Ciaccio (sul lato Zisa), da tempo usata come abitazione da un senza fissa dimora, con tanto di masserizie che sono state portate via. Poi sono state sistemate le radici più pericolose degli imponenti ficus che sporgevano fuori terra, quindi si stanno effettuando le opere in muratura, ovvero la ridefinizione del muretto perimetrale – che verrà decorato con pietre per ricreare l’effetto del preesistente muro a secco – e degli accessi (uno, lato via Dante, è già stato ultimato), oltre alla delimitazione di vialetti ed aiuole interne.
Al termine dei lavori edili si passerà, sempre con l’intervento dei giardinieri del Coime, alla piantumazione di nuove essenze arboree per colmare gli ampi spazi vuoti, e alla eventuale collocazione di panchine e fontanelle. «Faremo soprattutto – spiega Mario Scotto, ingegnere capo del Coime – una buona manutenzione. Quindi compiremo un sopralluogo congiunto con la Soprintendenza ai Beni culturali per capire come sistemare l’interno, compresa la scelta degli abbellimenti. Se l’incontro con i tecnici avverrà in tempi brevi dovremmo riuscire a terminare tutte le opere in un paio di mesi».
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