Piazza Bovio, il cuore della città abbandonato Risse tra senzatetto e passanti morsi da cani

Fontane disastrate, pavimentazione precaria, panchine trasformate in bivacco per senza tetto, ubriachi molesti e cani liberi di scorrazzare e, talvolta, di azzannare i passanti. Piazza Bovio, a metà strada tra Corso Martiri della libertà e piazza Verga, si apre nel cuore di Catania, lungo la via Crispi. Ma non ha niente del salotto buono della città. Le due fontane sono senza acqua e mal ridotte, la pavimentazione saltata per larghi tratti, «ma a’ statu sempri accussì», spiegano un gruppo di anziani signori intenti a riposarsi su una panchina. Qualcun altro invece ci dorme sopra, la panchina. «E’ uno come tanti, extra-comunitario o catanese non si sa, che bivacca nella piazza come sempre».

Un uomo che si presenta come la memoria storica della zona, abitando in un immobile della piazza da più di 40 anni, conferma: «Nessuno se ne è mai occupato anche se è una zona centrale pure questa. Mi ricordo, anche se non mi piace citare i morti, che Scapagnini veniva spesso qui e parlava di riqualificazione della piazza. Avrebbe voluto un piccolo manto erboso dove i ragazzi potessero giocare a calcio come di consueto accadeva prima nel periodo estivo e spostare i due chioschi più vicino alla strada, come in Via Umberto. Ma intanto sono passati gli anni e ancora siamo in questo stato».

Incuriosito, si avvicina un operaio che svolge la sua attività poco distante e si unisce alle lamentele del residente: «Ogni volta che vengo a prendere una birra o un caffè, vengo sempre fermato da qualche extracomunitario. Non sono razzista, però ogni giorno è sempre la stessa storia: chiedono monetine, sigarette e così via. Qualche sera fa ho visto uno di questi poveri disperati a terra, semimorto, con una bottiglia accanto. Ho chiamato l’ambulanza e mi hanno risposto: “Ah piazza Bovio, vabbè sarà qualche immigrato ubriaco”. Piazza Bovio ormai è sinonimo di zona brutta e degradata».

Anche i commercianti della zona, dal tabaccaio ai gestori del chiosco, la pensano allo stesso modo: le amministrazioni sono assenti, le forze dell’ordine passano di rado, o se passano fanno finta di non vedere. Raccontano, inoltre, che spesso i cani non solo fanno i propri bisogni nella piazza, ma vengono lasciati liberi anche di scorrazzare. Questa condizione, racconta un cliente del chiosco, giorni addietro ha portato a un morso abbastanza profondo sul polpaccio di un passante. «Come posso venire qui con la mia bambina piccola? Meglio scegliere un altro luogo dove passeggiare», afferma amareggiato.

Il banconista di uno dei due chioschi presenti nella piazza, sostenuto da altri clienti e residenti intenti a prendere un caffè, racconta invece che «la colpa del degrado» sarebbe delle suore di Madre Teresa di Calcutta che offrono pasti agli immigrati, escluso il mercoledì e giovedì. «Spesso – spiega – scoppiano liti e una sera si è sfiorata la tragedia: uno ha tirato fuori il coltello, ferendo un compagno di sventura. Ma non l’hanno nemmeno attaccato, se lo sono portati con l’ambulanza e dopo qualche giorno era di nuovo qui. Per non parlare della pipì ovunque e in pieno giorno. E’ una vergogna, non se ne può più».

Quel poco di verde nelle aiuole viene curato dal gestore del rifornimento di benzina, aperto nuovamente da pochi giorni, e dal banconista del chiosco: «Giusto per rendere la piazza più carina per i clienti». Infine, altri cittadini mostrano dei tubi per l’irrigazione idrica all’interno delle aiuole, inutilizzate da due anni. «A quali acqua, niente esce», concludono i frequentatori della piazza.

Alessia Zuppelli

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