È stata pubblicata oggi la determina con la quale il Comune ha impegnato 354.414.883 euro per il nuovo bando di affidamento del servizio di nettezza urbana. Il documento stabilisce che la somma sarà destinata per 84 mesi per lo spazzamento e la raccolta dei «rifiuti solidi differenziati e indifferenziati, compresi quelli assimilati» e per altri servizi di igiene pubblica all’interno dell’ambito di raccolta ottimale (Aro) di Catania. Il periodo di competenza del precedente gestore, il consorzio Ipi-Oikos, è infatti scaduto il 18 febbraio scorso e prorogato fino al 15 dicembre 2016. Il nuovo appalto, secondo la direzione Ecologia e ambiente di Palazzo degli Elefanti, è necessario per «evitare che si rechino danni patrimoniali certi e gravi all’Ente» e per tutelare «la salute e l’igiene pubblica, la cui mancata esecuzione determina disagi per la cittadinanza».
La pubblicazione del bando è uno dei punti essenziali del cronoprogramma approvato dalla giunta, senza il quale la proroga non avrebbe validità. Ma, come fanno sapere dall’azienda, i legali rappresentanti di Oikos hanno intenzione di fare ricorso al tribunale amministrativo regionale perché reputano illegittimo il prolungamento del servizio, ritenuto già troppo oneroso dalla società. Oltre alla giustizia amministrativa, l’azienda ha deciso di presentare una denuncia in sede civile con richiesta di risarcimento danni nei confronti della prefettura etnea che ha ordinato il commissariamento di Oikos. Una situazione in cui sarebbe diventato difficile andare avanti. «La lotta per la legalità è diventata una farsa soprattutto per colpa delle amministrazioni locali», afferma Rocco Todero, legale dell’azienda.
A questo si aggiunge una lettera inviata all’Autorità nazionale anticorruzione per chiedere di bloccare il rinnovo disposto dal Comune di Catania e una inviata ai commissari. A questi Oikos domanda di discutere con Palazzo degli elefanti un adeguamento delle tariffe. Perché, lamenta l’impresa che vede tra i suoi proprietari anche di Mimmo Proto, negli anni di gestione prefettizia le perdite si aggirerebbero intorno al milione e 800mila euro. Una situazione di vero e proprio stallo, in seguito alla quale preoccupa la possibile sospensione delle attività di pulizia per circa il 75 per cento della città, escluse le zone della raccolta differenziata porta a porta.
La delibera di approvazione del piano è passata dal vaglio dei consiglieri comunali il primo giugno scorso, con 14 sì, cinque astenuti e due contrari. A sostenere il provvedimento, sotto lo sguardo vigile dell’assessore al ramo Rosario D’Agata, era stato il gruppo Con Bianco per Catania e i residui di Articolo 4. Fondamentale anche il contributo del partito d’opposizione Grande Catania che, in quell’occasione, ha votato in modo contrario garantendo comunque il numero legale.
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