Sul fallimentare click day del Piano Giovani, andato in scena nell’estate del 2014, non ci sarà quasi sicuramente nessun processo. La Procura di Palermo ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta in cui unica indagata era Annarosa Corsello, all’epoca dirigente della Formazione.
Il progetto della Regione mirava a mettere in contatto giovani disoccupati e imprese, ma la modalità scelta – quella della registrazione su un apposito portale e del successivo aggancio con l’impresa interessata – non ha retto alla prova dei fatti. E se i primi tirocini retribuiti, con il click day di luglio, vengono assegnati con qualche difficoltà, è per quelli del 5 agosto che si scatena un vero e proprio caos con decine di migliaia di giovani disoccupati siciliani che si erano registrati sul sito ma che non sono riusciti ad accedervi. La Regione scarica la colpa su una società esterna, la Ett.
Ed è proprio sull’affidamento della gestione del progetto alla Ett che avrebbe dovuto fare luce il processo che non ci sarà. Corsello è stata infatti accusata di abuso d’ufficio per l’affidamento diretto del servizio informatico, assegnato cioè senza passare per una gara. La Procura, però, non ritiene sufficientemente forte la tesi secondo cui la dirigente avrebbe favorito la Ett per un presunto rapporto di lavoro della figlia con la società. La ragazza, infatti, avrebbe avuto solo un co.co.pro di un mese e non con la azienda scelta dalla madre, ma con una ditta che faceva parte di una Associazione Temporanea di Impresea cui apparteneva anche la Ett.
La scelta della azienda, poi, sarebbe stata consentita dalla legge che permette l’affidamento diretto in presenza di servizi che richiedono particolari competenze: la Ett aveva già predisposto un sistema di software per la Regione e l’affidamento a una terza società sarebbe stato antieconomico.
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