Ieri per la prima volta dopo settimane il dato relativo ai contagi in Sicilia indicava lo zero. Un evento che ha infuso senza dubbio ottimismo, ma che in alcuni piccoli centri non è poi così straordinario. Ci sono infatti Comuni in cui il coronavirus, al momento, non è mai approdato. Fortuna, certo, preparazione adeguata, magari, o semplicemente un caso, ognuno la veda come ritiene meglio, di certo c’è che il lavoro delle amministrazioni locali, anche delle più piccole, in questi mesi, è stato duro e logorante, a prescindere dal numero dei casi di positività indicati dai bollettini giornalieri o rivelati dai tamponi.
«Non c’è alcun segreto per essere rimasti indenni dal coronavirus» dice a MeridioNews Pietro Macalso, sindaco di Petralia Soprana, uno dei borghi più belli d’Italia secondo diverse classifiche, inerpicato in cima alle Madonie e non esattamente servito al meglio vista la condizione delle strade provinciali, che tuttavia non scoraggia tanti turisti ogni anno. Secondo il primo cittadino un ruolo fondamentale lo ha giocato il rispetto delle regole. «La gente è rimasta a casa nonostante avesse la possibilità di bussare alla porta accanto, di uscire in giardino per parlare con il vicino – spiega – Questi comportamenti hanno fatto sì che a Petralia Soprana, fino ad oggi, non si siano registrati casi di Covid. Anche chi è arrivato da fuori ha seguito le direttive, isolandosi in quarantena a casa, proteggendo il paese e i propri familiari».
Guai tuttavia ad abbassare la guardia, anche se i numeri sorridono. «Noi come amministrazione comunale abbiamo fatto tutto il possibile per evitare ai cittadini di uscire. Tramite la protezione civile comunale abbiamo portato a casa delle famiglie le medicine, la spesa e anche le mascherine. Siamo stati attenti e continuiamo a esserlo perché il virus è sempre in agguato». Ora però che la situazione dei contagi in tutta la regione comincia a essere sotto controllo, anche a Petralia Soprana si inizia a pensare al turismo, che già negli ultimi giorni aveva dato timidi segnali di ripresa: «Forse il fatto di essere una piccola comunità dove ci si conosce tutti – conclude Macaluso – è il vero segreto della nostra incolumità e di coloro i quali vorranno venirci a trovare».
Neanche a Valledolmo il virus è arrivato e benché il sindaco Angelo Conti parli, tra le altre cose, anche dell’intervento della fortuna, bisogna certo ammettere che a volta la buona sorte bisogna anche costruirsela. Così, nel piccolo centro alle porte delle Madonie la decisione da parte dell’amministrazione di giocare d’anticipo e battere tutti sul tempo in termini di lockdown potrebbe essersi rivelata vincente. «C’è stata una collaborazione fondamentale da parte delle persone verso una serie di restrizioni che abbiamo dovuto mettere in atto. Tra queste alcune hanno interessato in particolare non erano previste per norma, mi riferisco al fatto soprattutto al fatto che per più di 15 giorni siamo riusciti consegnare tutti i generi di prima necessità a domicilio grazie a un protocollo d’intesa con gli esercenti a cui hanno aderito panifici, alimentari, negozi di frutta e verdura, macellerie. Per circa tre settimane, in pieno lockdown non c’era nessuno in giro, avevamo bypassato l’unica ragione per uscire. E aggiungiamo anche che analoga cosa è stata fatta grazie al servizio di protezione civile con la consegna di farmaci. Questo ha fatto la sua parte».
Persino il mercatino settimanale a Valledolmo è stato chiuso una settimana prima che fosse un obbligo di legge, un altro tentativo di superare al meglio una fase, un periodo difficile, che nessuno si sarebbe mai aspettato e che nessuno sapeva con assoluta certezza come affrontare. «Il resto lo hanno fatto i cittadini che hanno compreso quanto importanti siano state le restrizioni e di conseguenza si sono adeguati rispettando le regole – continua conti – Insieme al controllo delle forze dell’ordine, ognuno ha fatto la sua parte. Poi è chiaro che ci vuole anche un po’ di fortuna, ma non nascondo che certe notti insonni le ho passate. Eravamo accerchiati in attesa di sapere l’esito dei test sui sanitari all’ospedale di Mussumeli – struttura frequentata dai cittadini valledolmesi, che ha riscontrato un caso positivo al suo interno Ndr – e anche quando è esploso il caso nella Rsa di Villafrati, dove anche noi avevamo contatti con persone, contatti che nottetempo abbiamo cercato di impedire questa continuità nei contatti. Le disposizioni si fanno, ma se poi non vengono rispettate non ci sono controlli che tengono.
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