Si avvicendano i Governi dItalia, ma puntuale come una spina al fianco degli italiani ricompare la temuta Finanziaria. Difesa da uno schieramento e attaccata dallaltro, lultima Finanziaria del Governo in carica, il Decreto Legge n. 262 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 03.10.2006), ha fatto discutere anche per un articolo sull’editoria: nel testo originario del 3 ottobre si vietava infatti di copiare articoli interi o stralci da altri media. A meno che non venisse pagato leditore. Fortunatamente la Commissione Bilancio alla Camera ha deciso di cancellare tali misure che stavano già allarmando rete ed editoria.
Cominciamo dallinizio riprendendo larticolo incriminato.
Articolo 32: Riproduzione di articoli di riviste o giornali
1. Allarticolo 65 della legge 22 aprile 1941, n. 633, dopo il comma 1, è inserito il seguente:
«1-bis. I soggetti che realizzano, con qualsiasi mezzo, la riproduzione totale o parziale di articoli di riviste o giornali, devono corrispondere un compenso agli editori per le opere da cui i suddetti articoli sono tratti. La misura di tale compenso e le modalità di riscossione sono determinate sulla base di accordi tra i soggetti di cui al periodo precedente e le associazioni delle categorie interessate. Sono escluse dalla corresponsione del compenso le amministrazioni pubbliche di cui allarticolo 1 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165.».
In sostanza il piccolo comma avrebbe reso illegale riprendere sia integralmente che parzialmente contributi da altri media, anche con il consenso dellautore.
La pratica del prestito è stata sempre poco diffusa tra i media cartacei (il mensile Internazionale che riprende e traduce il meglio della stampa internazionale, è un’eccezione). Il copia e incolla di articoli, interviste e flash news era – e continua ad essere uno strumento alla base del concetto di blog. Ogni blogger riprende da altri fonti dinformazione le notizie che ritiene più interessanti o che meglio seguono la propria linea editoriale e le pubblica come post.
La collectio di news è alla base anche dei portali dinformazione e dei motori di ricerca come Google News. In questultimo basta scrivere una o più parole chiave nel campo di ricerca e le notizie correlate alle parole inserite verranno visualizzate sullo schermo.
Il copyleft continua dunque ad essere ammesso sul web con la sola restrizione di citare la fonte editoriale e lautore del pezzo.
Beppe Grillo nel suo blog aveva commentato così il testo dellarticolo anti-informazione: E un incentivo a non copiare più il falso, a non diffondere le menzogne dei gruppi economici e dei partiti. E come la legge che vietava il fumo, anzi meglio, è una legge che frena la diffusione delle balle. Il legislatore è certamente un infiltrato della Rete. Grazie legislatore!
Per gli internauti riprendere articoli da altri media vuol dire disporre di un apparato informativo fresco, vivace interattivo. Per gli editori sul web vuol dire essere linkati da siti, blog e motori di ricerca di news, a tutto vantaggio della notorietà della testata.
I malumori sono stati subito placati da Franco Grillini, deputato dell’Ulivo che ha annunciato la cancellazione dell’articolo 32: “La commissione Bilancio della Camera ha soppresso la parte relativa all’editoria ricompresa nel collegato fiscale.”
In sostanza la Commissione ha abolito l’art. 32 sopra riportato. “Si trattava – sottolinea Grillini – di un provvedimento non necessario, difficile da applicare e che avrebbe finito per limitare la libertà di diffusione delle informazioni e di circolazione delle idee.”
Secondo ‘punto-informatico.it’ “esiste la possibilità che il Governo presenti nuovamente il testo di quell’articolo in una fase successiva, quando cioè decidesse di chiedere la fiducia sul collegato.”
Step1, che alle volte riporta articoli di altri giornali per sottoporli all’attenzione di voi lettori, continuerà ad aggiornarvi sulla vicenda. Noi restiamo per un’informazione libera al servizio di tutti e dove tutti possono dare il loro personale contributo.
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