Circa 500 tifosi hanno accolto ieri il Palermo in occasione del primo allenamento del ritiro a Petralia Sottana. Colpito favorevolmente dalla presenza di tanti sostenitori, Rosario Pergolizzi è consapevole del fatto che un’atmosfera del genere aumenta il carico di responsabilità e le aspettative nei confronti della squadra. «Ci siamo allenati due ore davanti a tutti quei tifosi che cantavano senza soluzione di continuità e devo dire che è stata una goduria – ha ammesso il tecnico durante la conferenza stampa odierna –, viene voglia di scendere subito in campo. Questo calore che ci circonda è uno stimolo in più per fare bene. Siamo un gruppo compatto, comunichiamo e sappiamo cosa fare e, in questo contesto, noi palermitani sappiamo che abbiamo una responsabilità in più perché dobbiamo qualcosa alla nostra gente e alla nostra città».
La preparazione precampionato servirà a gettare delle basi importanti e a costruire la mentalità necessaria per affrontare la D nel migliore dei modi: «Il mio compito è quello di trasmettere ai giocatori lo spirito giusto. Senza determinazione e attributi non vai da nessuna parte. Per quanto riguarda la tabella di marcia, lavoreremo soprattutto sull’intensità. Siamo un po’ più indietro rispetto agli altri ed è come se saltassimo una settimana dal punto di vista del lavoro a secco e atletico. Ci concentriamo subito sul pallone e sulle partitine perché abbiamo bisogno di conoscerci. Sono stato giocatore e posso dire che puoi allenarti e correre quanto vuoi ma alla fine è sempre il contatto con il pallone che fa la differenza».
Pergolizzi ha le idee chiare in merito alle prospettive dei rosanero: «Giocheremo per vincere e sappiamo che dobbiamo vincere – ha aggiunto – ci serve ancora del tempo, però. Io mi sento parte di un progetto, il tassello di un puzzle che vorrei completare senza sbagliare e seguendo la giusta direzione. Chi sarà il capitano? E’ una scelta che farò io ma non c’è bisogno della fascia per capire le responsabilità che abbiamo. E’ il motivo per cui vorrei che fossimo tutti capitani, me compreso, e aggiungo che la mia idea è quella di cambiare il capitano ogni settimana. In generale, mi aspetto che i più grandi siano un esempio per i giovani presenti in organico». Il mix grandi-piccoli è visibile, ad esempio, nel ruolo del portiere: «Inizierò puntando sul grande (Pelagotti, ndr) perché il piccolo (Fallani, ndr) potrebbe pagare l’inesperienza ma strada facendo farò le mie valutazioni in base al tipo di partita, all’avversario e al processo di crescita del diretto interessato. Al di là di tutto, l’esperienza l’acquisisci giocando. Le gambe possono tremarti alla prima partita, se continuano a tremarti anche alla quarta significa che hai sbagliato lavoro».
Tra i grandi spicca certamente l’ex rosa Mario Alberto Santana: «La sua qualità non si discute – spiega Pergolizzi – merita fiducia ma andrà gestito. In questo momento lo vedo più come seconda punta ma in alcune circostanze potrei schierarlo come trequartista». Concetto valido anche per il classe 2000 Andrea Rizzo Pinna, autore ieri in partitella del primo gol stagionale dei rosanero: «Non è un regista, può giocare sulla trequarti ma anche in qualità di mezzala avendo i tempi giusti per inserirsi e cercare la via del gol. Lancini e Martinelli? Sono due giocatori importanti, hanno militato in B e daranno tanto alla squadra. In ogni caso, al di là delle loro qualità o esperienza, la differenza la faranno la voglia e le motivazioni». La squadra dovrà essere ancora puntellata: «Manca un attaccante ma a volte il mercato modifica in corsa le idee che uno si era prefissato. Io, comunque, devo pensare ad allenare i giocatori che ho. Al resto penseranno Sagramola e Castagnini che sanno fare bene il loro lavoro».
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