IL TUTTO NEL RISPETTO RIGOROSO DELL’AMBIENTE. LA PROPOSTA, PER LA PRIMA VOLTA, LA LANCIO’, NEL 1967, IL PARLAMENTARE REGIONALE MODESTO SARDO. OGGI QUESTA TESI VA RIPRESA, AGGIORNATA E RILANCIATA
da Giuseppe Scianò
leader del Fronte nazionale siciliano
riceviamo e volentieri pubblichiamo
Gli Indipendentisti di lu Frunti Nazziunali Sicilianu non intendono rassegnarsi allamara realtà che vede la classe politica pseudo-dirigente, e tutti o quasi i partiti dominanti in Sicilia, sbracciarsi per chiudere (e seppellire), sostanzialmente, il dibattito sulla proposta sicilianista di costituire tutto il territorio siciliano in ZONA FRANCA integrale.
Sottolineiamo: TUTTO IL TERRITORIO SICILIANO, isole minori comprese.
La chiusura in questione è avvenuta ed avviene, paradossalmente, proprio nel momento in cui la costituzione della Sicilia in ZONA FRANCA diventa di scottante attualità a causa dellINCANCRENIRSI delle condizioni di scarsa ed inadeguata produttività, di DEINDUSTRIALIZZAZIONE, di crescente disoccupazione e di aumento dellemigrazione dei Siciliani stessi, di qualsiasi età e di qualsiasi livello professionale.
Ripetiamo, con forza e con indignazione, che la CHIUSURA del dibattito ed il blocco dellITER giuridico-amministrativo e politico della proposta non sono accettabili ed offendono la dignità del Popolo Siciliano. Vanno, quindi, RESPINTI AL MITTENTE. Anzi, AI MITTENTI.
E doveroso, altresì, puntualizzare ancora una volta che la SICILIA ZONA FRANCA, cui fa riferimento lFNS Sicilia Indipendente, non è una Zona Franca qualsiasi (ci si perdoni lespressione abusata); né, tantomeno, è una Zona Franca spregiudicata!, come lo erano state (e forse lo sono ancora) talune ZONE FRANCHE nel lontano Oriente, sin agli inizi del secolo scorso.
La Sicilia Zona Franca, per lFNS, dovrà essere programmata e controllata. Deve essere ad INQUINAMENTO ZERO, protesa alla difesa e – ove necessario – al recupero ambientale. Sempre eco-sostenibile, nonché osservante delle regole delle legislazioni sociali più avanzate.
Dovrà, altresì, rispettare le altre vocazioni del territorio. Dovrà rispettare il paesaggio; dovrà privilegiare gli obiettivi della migliore qualità della vita e della tutela della salute.
Dobbiamo ribadire, per completezza dinformazione, che la Sicilia Zona Franca non è incompatibile con i vincoli di appartenenza dellItalia (e quindi della stessa Sicilia) allUnione Europea. Come, peraltro, dimostrano i precedenti – spesso ben riusciti – in altre aree geo-politiche di altri Stati, pure appartenenti alla Unione Europea.
Aggiungiamo che la costituzione in Zona Franca farebbe fare alla Sicilia il passaggio dallattuale condizione di AREA DEPRESSA, sfruttata per conto terzi, malamente assistita e condannata alla EMARGINAZIONE ed alla marginalità, (rispetto alle manovre economico-finanziarie italo-europee), al ruolo di AREA TRAINANTE DELLECONOMIA SUD-EUROPEA e delleconomia degli altri Paesi che gravitano nel BACINO DEL MEDITERRANEO.
Ci sia consentito, a tal proposito, di ricordare con orgoglio uno dei tanti precedenti storici, particolarmente significativo, di proposte in tal senso.
In data 11 luglio 1967, il deputato regionale, Modesto SARDO, presentò allARS lo “Schema di legge costituzionale da proporre al Parlamento nazionale, ai sensi dellart. 18 dello Statuto e concernente: (la) ISTITUZIONE DEL TERRITORIO DELLA REGIONE SICILIANA IN ZONA FRANCA”.
Va doverosamente ricordato che, in quella circostanza, lOn. Modesto SARDO si era avvalso anche della preziosa consulenza delleconomista indipendentista Giuseppe FRISELLA VELLA.
Numerosi i consensi nella Sicilia produttiva. Prevalse, però, la linea dellANTISICILIA.
Lo schema del Disegno di Legge costituzionale del quale parliamo, pertanto, giace, purtroppo, derelitto, nei cassetti polverosi degli uffici di Sala dErcole, e non è più riproponibile in quanto ormai antiquato e datato 1967. Sfiora, cioè, il mezzo secolo di anzianità. Ed abbisogna, ovviamente, di un adeguamento alle tematiche ed alle problematiche più moderne.
Lo schema del disegno di legge SARDO vale, comunque, per riaffermare la PRIORITA della proposta di ISTITUZIONE DELLA SICILIA ZONA FRANCA, oggi insidiata da concorrenti che hanno il vantaggio di avere, nel rispettivo territorio, meno ASCARI e meno nemici interni di quanti non ne abbiamo noi, in Sicilia. Ed è, questultima, una situazione della quale vergognarci. Una situazione che, tuttavia, non ci scoraggia e che ci stimola, anzi, a lavorare di più e a lavorare meglio per il riscatto e la rinascita della Sicilia.
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