Perché Roma soffia sul fuoco Gesip

Quando un esercito sconfitto si ritira, cerca di rendere impossibile la vita a chi subentra.  Nel passato si avvelenavano i pozzi, si bruciavano i raccolti o, come ha fatto Saddam ritirandosi dal Kuwait, si incendiano i pozzi petroliferi.

Il Pdl e l’alleanza di centrodestra, sconfitti,  a Palermo hanno fatto di più, hanno alimentato la miccia a tempo di una santabarbara che minaccia di esplodere distruggendo tutto.

La storia della Gesip è la storia di una dissennatezza amministrativa, di uno sperpero di risorse che meriterebbe l’intervento della magistratura contabile. Ma torniamo a oggi. Il centrodestra ha gonfiato oltre ogni ragionevole possibilità gli organici delle società satelliti del Comune di Palermo. E anche con la procedura di liquidazione in atto, la Gesip ha continuato ad assumere, a remunerare i suoi amministratori, a sanare contenziosi con direttori generali, e ha utilizzato consulenze di dubbia utilità.

Naturalmente il patto prevedeva l’erogazione di stipendi avendo come corrispettivo il consenso e poi, in subordine, il servizio alla cittadinanza. Compiti per i quali in tutte le città del mondo si impiegano 10 unità sono state dalla Gesip svolte impiegando 50 unità. Compiti per i quali occorreva un’ora lavorativa sono stati svolti in dieci ore oppure non realizzati affatto.

Se chiedessimo ai palermitani che cosa pensano della Gesip potremmo riempire un’enciclopedia di giudizi negativi. Ma oggi chi li ha usati e abusati per un decennio li utilizza come un’arma letale contro la nuova amministrazione. Un governo nazionale che ha fatto della spending  rewiew una pratica distintiva respinge il piano dell’amministrazione Orlando che prevede una serie di interventi che potrebbero avviare a soluzione questa zavorra che Palermo ha saldamente legata ai piedi. Perché? Forse le forze romane che sostengono Monti pongono il veto all’erogazione dei fondi d’emergenza?  Vi sono forze che lavorano al tanto peggio tanto meglio?

C’è chi soffia per trasformare le strade di Palermo in un inferno e poi indicare un responsabile? La rigidità di Monti e dei suoi ministri, ammantata da motivi tecnici, è figlia di decisioni prese altrove?

foto tratta da Palermoreport.it a cui vi rimandiamo per la cronaca degli scontri di oggi.

Aldo Penna

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