Perché Libero sbaglia quando parla della Sicilia

Maurizio Belpietro è un bravo giornalista e una persona intelligente. Ed è per questo che non riusciamo proprio a capire perché si ostina a scrivere articoli sulla Sicilia dove mescola cose vere e cose impossibili.

Oggi il suo giornale – Libero – scrive alcune grandi verità. Cita i 26mila operai della Forestale contro i 46o della Lombardia. Precisa che negli uffici statali c’è un dirigente per ogni 50 dipendenti, mentre nella Regione siciliana c’è un dirigente per ogni 8,4 dipendenti. Ancora. in Sicilia i dipendenti della formazione professionale sono 8 mila (quasi tutti disoccupati, ma questo Libero non lo scrive, chissà perché), mentre in Lombardia sono 4 mila e 700.

A questi dati aggiunge altre ‘pennellate’, in parte vere, in alcuni casi sbagliate. Scrive che la Regione ha oltre20 mila dipendenti, quando invece non arrivano a 18 mila. Aggiunge che spendiamo un miliardo l’anno per il personale in servizio. Precisa che la spesa per il pagamento dei pensionati regionali – tutt’ora a carico della Regione siciliana – ammonta a 639 milioni all’anno. Sottolinea che i lavoratori precari negli enti locali sono 22 mila (dato esatto, ai quali, però, vanno aggiunti altri precari sparsi qua e là).

Seguono altri ‘numeri’ di bilancio. Per esempio, 17,3 miliardi di euro di passività (dimenticando di specificare che si tratta di passività di ‘competenza’ e non di ‘cassa’. Aggiungendo che ci sarebbero oltre 15 miliardi di entrate di improbabile riscossione. Poi 5 miliardi di euro d indebitamento sul mercato (e ci dovremmo essere). E 600 milioni di fondi bloccati da Bruxelles. Quest’ultimo dato è sbagliato, perché solo di Fondo sociale europeo, appena la corsa settimana, abbiamo restituito – non abbiamo ancora capito se a Bruxelles o all’accoppiata Monti-Elsa Fornero – un miliardo di euro. I fondi europei destinati alla Sicilia e non spesi – purtroppo – sono molti di più.

Dopo quest’analisi, Belpietro arriva a una conclusione sbagliata: la richiesta di commissariamento della Sicilia. Con questa proposta – di certo senza rendersene conto – Belpietro rende un grande favore al presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo. La Sicilia non può essere commissariata da Roma, se non violando lo Statuto e, di conseguenza, la Costituzione italiana (della quale lo Statuto autonomistico siciliano è parte integrante).

Queste richieste sbagliate di commissariamento della Sicilia aiutano soltanto chi – come Lombardo – ha utilizzato il vessillo dell’Autonomia siciliana per farsi i fatti propri. Tant’è vero che appena ieri, a Sala d’Ercole, agitando lo spettro di uno Stato italiano ‘ingiusto’, il presidente della Regione ha agitato lo spettro della secessione.

Lombardo ha fallito sul piano politico e amministrativo. E anche se andiamo controcorrente rispetto alle analisi di tanti altri osservatori, noi siamo convinti che alle prossime elezioni regionali il suo partito – l’Mpa – farà un tonfo, nonostante le tante nomine.

L’unica speranza che Lombardo ha a disposizione per salvare una parte della propria disastrosa esperienza politica è quella di allearsi con Cracolici e Lumia, appoggiando insieme a loro la candidatura di Rosario Crocetta. Il quale potrebbe vincere solo se centrodestra e centrosinistra si presenteranno divisi (ma anche in questo caso non è detto che vinca).

Detto questo, vorremmo dire a Belpietro che nell’elencare i dati sul suo giornale ha toccato tanti punti giusti. Ma ha dimenticato altri dati che farebbe bene a verificare per completezza di informazione.

Potrebbe chiedere al Ministero dell’Economia come sono sate spese le risorse del Fas (Fondi per le aree sottoutilizzate) negli ultimi tre anni (e anche prima). Si accorgerebbe che soldi destinati al Sud sono finiti, in gran parte del Centro Nord Italia. 

Ma il dato che non viene mai citato – e che invece cita ogni anno il rapporto Svimez, numeri che, chissà perché, non vengono mai citati dai grandi giornali nazionali – riguarda la ripartizione dei fondi ordinari dello Stato.

Con la scusa che alcune Regioni del Sud usufruiscono dei fondi strutturali dell’Unione Europea e delle risorse Fas, lo Stato, nel Mezzogiorno, negli ultimi dieci anni, ha ridotto, se non eliminato, gli interventi ordinari. Di fatto, i fondi ordinari dello Stato che dovrebbero essere destinati al Sud, finiscono al Centro Nord Italia.

Non è esagerato, ad esempio, affermare che i soldi per l’Alta velocità ferroviaria – Alta velocità ferroviaria che le popolazioni del Nord Italia, in buona parte, non amano – vengono presi, in massima parte, dai fondi ordinari dello Stato non erogati più al Sud.

Egregio collega Belpietro, noi qui in Sicilia ce la dobbiamo vedere da un lato con un Governo regionale imbelle e incapace, che non solo non reclama i fondi ordinari dello Stato, ma che non sa spendere nemmeno i fondi europei (da qui la crisi economica spaventosa della Sicilia, con famiglie e imprese alla frutta: cosa che il suo giornale non scrive); dall’altro lato con il suo giornale che descrive solo una parte – anche se tutto sommato veritiera – dei problemi della Sicilia, sorvolando, però, sulle responsabilità dello Stato e, in particolare, del Governo Monti.

Mi permetto di ricordarle che i fondi europei – che in Sicilia, purtroppo, non riusciamo a spendere, visto che siamo amministrati da incapaci – debbono essere aggiuntivi e non sostitutivi rispetto agli interventi ordinari dello Stato. Se manca la cosiddetta “addizionalità” – concetto, questo, ribadito non da noi, ma da Bruxelles – l’intervento europeo non ha effetto perché si sostituisce a quello dello Stato.

Ora noi, qui in Sicilia, non solo non usufruiamo degli interventi ordinari dello Stato, ma – come già detto e ribadito – non riusciamo a spendere nemmeno i fondi europei.

Poi arriva lei e ci vuole commissariare. Dando forza proprio a quel Governo regionale e a quelle forze politiche che hanno combinato tutti questi casini. Così non si aiuta il Sud. E non si aiuta la Sicilia.

g.a.

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Redazione

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