Giovanni Falcone più eroe di Spiderman. Anche per la generazione il cui ricordo del giudice ucciso dalla mafia il 23 maggio 1992 è solo mediato dal racconto dei genitori. Perché «gli uomini passano, le idee restano, restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini». Ed è proprio questa citazione di Falcone che fa da filo conduttore al cortometraggio ideato da Giuseppe Musumeci, 22 anni, studente di Scienze politiche e senatore accademico delluniversità di Catania, in occasione della commemorazione annuale del giudice antimafia. Pubblicato ieri notte, il progetto verrà presentato oggi nell’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo e prossimamente proiettato nel capoluogo etneo.
Da anni Giuseppe Musumeci collabora con il ministero dell’Istruzione e la fondazione Giovanni e Francesca Falcone. Fin da quando, ancora liceale e membro della consulta studentesca, è diventato moderatore nazionale della commissione legalità. Ogni anno partecipa anche all’organizzazione della commemorazione di Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e degli uomini della scorta. Rimasti uccisi nell’agguato mafioso del 23 maggio 1992 sull’autostrada A29, in direzione Palermo. Quando ministero e fondazione decidono di far partire un progetto pilota tra quattro atenei italiani – Catania, Foggia, Milano, Palermo -, Musumeci non si tira indietro e pensa a un’idea più originale di una classica conferenza sulla mafia. Così nasce il video di circa dieci minuti dal titolo Per non dimenticare 23 maggio. Con il patrocinio dell’Università e del Comune di Catania e la partecipazione del rettore Giacomo Pignataro e del sindaco Enzo Bianco.
«Un racconto che nasce dal dolore e che si fa memoria, testimonianza e coraggio civile rispecchiando il modo in cui oggi i giovani e le istituzioni vogliono assumersi leredità morale di combattere il fenomeno mafioso», spiega Musumeci nella presentazione del progetto. Una staffetta con ha per testimone le parole chiave #legalità e #anti-mafia e che attraversa la città. Dal carcere di piazza Lanza – lungo le cui mura fa mostra di sé il murales commemorativo delle vittime di mafia realizzato da AddioPizzo – a piazza Università. Passando per il tribunale in piazza Verga e la scogliera.
Protagonisti del cortometraggio sono soprattutto gli studenti: universitari, anche dell’associazione Actea, e liceali della consulta provinciale e del liceo scientifico Ettore Majorana di San Giovanni la Punta. A loro è affidato il compito di ricordare il ruolo dell’istruzione nell’educazione dei ragazzi alla legalità. Come ricorda in video anche il rettore Giacomo Pignataro: «L’università ha il ruolo decisivo di trasmettere ai propri studenti i valori della democrazia e della giustizia che uomini come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino hanno cercato di affermare nella nostra società sacrificando la propria vita». Anche attraverso la politica, responsabile di una «efficace gestione beni confiscati alla mafia», come ricorda Seby, studente universitario.
E nel cortometraggio – realizzato da Andrea Materia e Salvo Gravina – appare anche il sindaco Enzo Bianco. Il primo cittadino racconta la cena con Giovanni Falcone e la moglie, a Roma, a Campo dei fiori, in occasione del compleanno del giudice, «quando ero stato eletto deputato da poche settimane per la prima volta – racconta Bianco – Siamo rimasti a chiacchierare fino alle due del mattino come due ragazzi, carichi di entusiasmo. di passione». «Catania ce la metterà tutta per sconfiggere la mafia – promette il sindaco – Altrimenti non c’è futuro per noi». «Questione di vita, questione di coraggio, questo è per noi il 23 maggio», è lo slogan dei ragazzi. Che nel video rivendicano anche la loro scelta di restare in Sicilia. «Perché quando nasci e cresci in un posto, tu diventi quel posto», spiega Chiara, studentessa di Unict, guardando il mare di Catania.
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