Posteggiamo i posteggiatori a Catania «Rifiutare il pizzo da strada è possibile»

Il parcheggio abusivo come consuetudine. Ormai talmente insita nella vita della città di Catania da indurre la maggior parte dei cittadini ad acconsentirvi senza ribellarsi, per timore delle conseguenze. Per contrastare questo fenomeno e spronare la collettività a denunciare il pizzo di strada da parte dei parcheggiatori abusivi, la scorsa estate è nato a Palermo il movimento Posteggiamo i posteggiatori. Supportato dalle relative pagine Facebook, da dicembre il movimento è nato spontaneamente anche a Catania, grazie alla sinergia tra Gaetano Crivello, responsabile palermitano del movimento, e il rappresentante etneo Marco Leonardi, consigliere della III municipalità catanese. «Una delle iniziative più importanti – spiega Leonardi a CTzen – è stata la realizzazione di una piazza social per consentire alle persone di postare lamentele e condividere le proprie esperienze con altri cittadini, politici e giornalisti».

Dopo la prima riunione di marzo a Palazzo degli Elefanti, avete altri progetti in cantiere?
A settembre vogliamo riunirci di nuovo per provare a coinvolgere anche le associazioni, perché dobbiamo dare risonanza alla questione. Bisogna fare in modo che si parli di questo problema molto più di prima. Spesso le persone acconsentono a pagare per non incorrere in pericoli, ma devono sapere che sono già in tanti a non versare questo pizzo e che le aggressioni e le ritorsioni non costituiscono affatto la regola.

Quali sono gli ostacoli effettivi da superare per arginare il fenomeno del pizzo di strada?
Il problema è molto articolato. Non c’entra soltanto il Comune, non c’entra solo Crocetta. Qui occorre un intervento dello Stato, una modifica del codice della strada.

Il deputato Basilio Catanoso e il Sindaco di Acicastello Filippo Drago avevano presentato una proposta per inasprire le pene del codice della Strada verso gli abusivi. Qualcosa si muove?
Secondo il parere di alcuni esperti, è difficile che la proposta troverà un riscontro. Eppure qualcosa deve cambiare, anche perché spesso il posteggiatore è un nullatenente, quindi non in grado di pagare la multa. Il danno per l’amministrazione è incredibile, perché l’abusivo rimane in circolazione e al tempo stesso viene a mancare il denaro messo in bilancio per le multe inflitte. E poi la gente ha paura, in piazza Dante un ragazzo è stato aggredito, ma la realtà è che li pagano tutti: esistono persino gli abbonamenti con il parcheggiatore abusivo.

Abbonamenti più vantaggiosi di quelli con la Sostare?
Esattamente, è una situazione assurda. Una volta una ragazza testimoniò di aver denunciato l’estorsione, ma pur di non andare incontro alla trafila burocratica e legale, alle lungaggini, pagò i due euro rinunciando alla denuncia. E lo stesso fanno in tanti. Un ragazzo che esce il sabato sera con la sua ragazza, paga i due euro al parcheggiatore abusivo, il più delle volte, per non passare la nottata in questura. Bisognerebbe intervenire in questo senso.

Non sarebbe meglio contemplare dei controlli ordinari nelle zone strategiche piuttosto che dei controlli straordinari una tantum?
Sarebbe decisamente il caso. Ultimamente le forze dell’ordine sono intervenute in modo massiccio, ma il banco di prova sarà questa estate, alla Playa, dove il fenomeno è molto preoccupante.

Cosa sta facendo il Comune per arginare il fenomeno?
Il sindaco Enzo Bianco si sta impegnando, l’amministrazione anche. Il procuratore capo Giovanni Salvi sta arginando il fenomeno, ma le forze dell’ordine devono aumentare i controlli, bisogna infastidirli. Bisogna soprattutto apparire efficienti agli occhi della cittadinanza. Il consigliere comunale Agatino Lanzafame ha proposto di predisporre anche un numero verde per informarsi e avvicinare l’amministrazione al cittadino. Io non pago se so che sono tutelato, è questo il messaggio che deve arrivare.

Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha sostenuto il movimento, almeno a parole. Una volta dichiarò che non sempre è presente la mafia dietro la figura del parcheggiatore abusivo. Lei cosa ne pensa?
Penso che la città è divisa in zone, gestite da persone ben precise da generazioni, ma non sempre si può avere la certezza che ci sia la mafia dietro. Quello che posso dire è che, se il Comune ne avesse la certezza, interverrebbe subito. Se non fa nulla è perché sa di non poter fare nulla. Dobbiamo fare in modo di spronare la cittadinanza a reagire a priori, rifiutarsi è possibile e dobbiamo farlo tutti insieme.

[Foto di Posteggiamo i posteggiatori Catania]

Alessandra Litrico

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