Per la Sicilia ho sempre detto e lo ribadisco serve il modello Valle dAosta. Un grande partito democratico alleato con un grande partito del territorio. È quanto ha dichiarato il deputato regionale di Voce Siciliana, Michele Cimino, a commento dei risultati elettorali raggiunti dal Pd e gli autonomisti progressisti nella tornata elettorale in Val dAosta. Lalleanza Pd e Union Progressiste Valdotaine, prosegue Cimino, non solo vince le elezioni, ma riesce anche a garantire e rilanciare la specialità di una regione autonoma simile alla Sicilia.
In Valle dAosta, Regione a Statuto Speciale sin dal 1946 come la Sicilia ma con una popolazione (circa 126.000 abitanti) quaranta volte più piccola della Sicilia e paragonabile alla sola città di Siracusa , il Pd, alleato con gli autonomisti dellUpv (ossia lUnion progressiste valdotaine, nata dalla scissione dallUnion Valdotaine) e dellAlpe, è riuscito a trasformare con questa coalizione il proprio modesto risultato elettorale dell8,9% in più del 40%, contendendo così la guida della Regione agli autonomisti storici dellUnion Valdotaine alleati con la Stella Alpina (al 48% in coalizione).
Il Pdl ha ottenuto in questa regione meno del 5%, non riuscendo a entrare nel Consiglio Regionale, mentre il M5S si è fermato al 6,6%. La destra italiana è dunque sparita dalla rappresentanza parlamentare della Valle dAosta mentre il Pd insieme allUpv e Alpe è adesso testa a testa con i dominatori storici della politica locale.
Va detto che la Valle dAosta ha una legge elettorale regionale particolare. (scaricabile qui: http://www.regione.vda.it/enti_locali/allegato_i.asp?id=2389) e che lo stesso Porcellum, comè conosciuta la legge elettorale italiana, ha una significativa deroga: la Regione Valle dAosta costituisce da sola un unico collegio uninominale dove è ammessa la preferenza, a garanzia della propria autonomia e del proprio Statuto speciale, cosa che non esiste per la Sicilia dove il Procellum centralizzato a Roma impera.
Proprio sulla riforma del Porcellum si registrano forti contrasti allinterno del Pd, uscito largamente vincitore dal primo turno delle elezioni amministrative. La senatrice siciliana del Pd Anna Finocchiaro, riaccende la polemica allinterno del partito di governo sul tema della riforma della legge elettorale (il Porcellum), attaccando la mozione-Giacchetti che propone il ritorno alla legge elettorale Mattarellum. La Finocchiaro definisce la mozione-Giacchetti intempestiva e prepotente benché si dica per il ritorno al Mattarellum, continua la Finocchiaro, deve essere chiara una cosa: non possiamo non trovare una soluzione che ci trovi tutti d’accordo e non possiamo mettere a rischio il percorso delle riforme con atti di prepotenza”.
Tuttavia Giacchetta, ex-radicale e oggi nella corrente renziana del Pd, non si fa intimorire e procede nella presentazione della proposta, cercando di rompere lo stallo sullargomento.
Il ritorno al Mattarellum darebbe sicuramente maggiore voce agli elettori siciliani già fin troppo bastonati dal metodo di compilazione delle liste dei partiti oggi al governo, ossia Pd, Pdl e Scelta Civica, che hanno largamente utilizzato, come il Pdl, la possibilità di imporre candidati decisi a Roma, fatta salva una parziale mitigazione con le primarie del Pd.
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