Per il Beat-full i Cantieri diventano un polo culturale «Più attenzione al panorama underground e ai giovani»

Quest’anno, per la sua settima edizione, il festival di musica underground Beat-full vuole offrire qualcosa in più alla città che una semplice rassegna musicale, vuole essere un luogo dove confrontarsi in modo attivo, che accolga tutti ma che soprattutto dia spazio ai giovani palermitani. Ai Cantieri culturali della Zisa, dal 3 al 7 settembre, «metteremo in piedi due festival paralleli – spiega Christian Picciotto, uno degli organizzatori – in due location all’interno della stessa area. L’idea era quella di realizzare il Beat-full in rete con le associazioni culturali che hanno residenza fissa ai Cantieri, in un momento in cui Palermo rischia di essere la città più noiosa d’Italia, anche per quanto riguarda la cultura underground». 

Secondo il rapper mancano le proposte per gli under 35 ma anche per chi viene qui in vacanza: «Leggendo i dati riportati dal Sole 24ore, le statistiche dicono che un turista in media sta 36 ore a Palermo, il tempo di girare qualche monumento, mangiare un boccone e andare via. Anche per i giovani la città offre poco, e malgrado io stesso mi sia trovato a musicare la colonna sonora di Palermo capitale della cultura e rivendico la mia appartenenza, devo dire che c’è scarsa attenzione verso il panorama underground, che parte dall’hip hop. Basta fare un giro in centro per accorgersene. Bisogna iniziare a discutere di questo con chi fa cultura. Così abbiamo pensato il festival in sinergia con lo Spazio Franco, Cre.Zi Plus e Cantiere Cucina, Haus der Kunst, Nuove Officine Zisa, Legambiente e Schenè. E anche con l’Accademia delle Belle Arti»

Ma il dialogo con l’amministrazione comunale, che ha anche finanziato parte del festival, è sempre aperto: «Il Comune sta provando a tenere testa anche a questa situazione, anche se bisogna accelerare. Va bene andare a teatro o ascoltare jazz e musica classica, ma c’è una sottocultura che ci riguarda e che è ampissima. Se il sabato ad esempio si va in via Napoli, tra l’Attitude shop e Box Tattoo, si possono ascoltare tantissimi ragazzini che fanno freestyle e che si conoscono attraverso le rime. Ci sono talenti enormi ma anche questa, come tante altre forme d’arte, va canalizzata in posti deputati alla musica». Picciotto racconta come ormai sia radicalmente cambiato il modo di fare musica rispetto a quando ci si chiudeva in un box e si suonava coi gruppi: «Non ci sono le sale prove, cosa che non va bene per una città che conta quasi un milione di abitanti e dove i Candelai sono l’unico club per fare musica e che può ospitare certi concerti, anche se in forma ridotta. Se vuoi farlo, soprattutto d’inverno, non ci sono altre possibilità. Quando abbiamo organizzato con Roy Paci il May-day al Castello a Mare sono venute migliaia di persone, cosa che testimonia quanto la città abbia fame di eventi come questi». 

Anche se il Comune sta finanziando parte del festival, che costa circa 100mila euro, «e ci ha sempre ricevuto, purtroppo è un processo lento che non dipende soltanto dall’amministrazione comunale – continua Picciotto -. Siamo contenti di essere stati inondati di eventi negli ultimi anni, ma il punto che rimane sospeso è la prospettiva. È un peccato avere un turismo così crescente e poco da offrire sul panorama musicale, allora dico vediamoci e diamo un’accelerata, soprattutto in vista della stagione invernale. D’estate puoi sfruttare le piazze ma non puoi chiedere il biglietto di accesso e questo limita l’offerta a gruppi locali oppure bisogna rivolgersi a sponsor. O ancora si torna al Comune che però non può fare anche la programmazione artistica dei gruppi». 

In questo senso quindi è stato pensato il Beat-full, un festival per la città con una parte, quella del Village, completamente gratuita, destinata ai giovanissimi ma anche alle famiglie. «Apriamo anche a tutti generi musicali – conclude il rapper – c’è l’hip hop, il rock e anche il reggae, l’indie, l’elettronica. Proviamo a metterli dentro tutti. In un periodo in cui la socialità è diventata a compartimenti stagni, vogliamo rappresentare un momento di rottura grazie ai diversi stand di food&beverage, all’area bimbi e alle attività dopo i concerti, come le mostre, che permettono al pubblico di girare all’interno del polo culturale, confrontarsi e non soltanto assistere passivamente al concerto. Vogliamo offrire un’esperienza». 

Oltra all’area gratuita c’è poi il Main a pagamento, attivo mercoledì, giovedì venerdì e sabato. Sul palco dal nome Dolly Noire Stage si alterneranno alcuni rappresentanti della scena musicale italiana e internazionale con gli artisti locali. Tra gli altri i ‪Tre Allegri Ragazzi Morti‬, ‪Fast Animals And Slow Kids‬, Speranza, ‪Crookers‬, Dimartino, ‪Murubutu‬, Alessio Bondì, Manudigital, Cacao Mental, Symbiz, JuJu e Party. 

Stefania Brusca

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