Peppuccio Tornatore. Il Cinema nel DNA

Partito. Il Taormina FilmFest 2007 ritorna in una veste tutta nuova: il cinema del Mediterraneo come bacino geografico di confluenza di culture. La nuova direzione artistica del Festival, guidata da Deborah Young, proporrà ogni anno un ospite d’onore; quest’anno tocca all’Egitto. È soprattutto la Sicilia però il fulcro attorno al quale ruota la rassegna e a cui sono dedicati la sezione Mediterranea e il concorso per cortometraggi siciliani.

Una sigla video viene proiettata sul maxi schermo allestito nella magica location del Teatro Antico di Taormina. Le immagini che scorrono sono un ricordo delle edizioni precedenti, tra cui quelle in cui l’ambito David di Donatello veniva consegnato proprio a Taormina, prima che il premio migrasse altrove. Ironia della sorte, proprio quest’anno 5 David sono andati a Tornatore per il suo ultimo film La sconosciuta.

A condurre la serata inaugurale Beppe Fiorello, per gli amici “Little Flower”. Dopo i saluti e i ringraziamenti di rito, la prima a prendere la parola è Deborah Young che presenta il suo primo Festival da direttore artistico: «Un grandissimo ringraziamento a tutti quelli che mi hanno appoggiata. Vi auguro buon divertimento e un saluto a Giuseppe Tornatore».

Presentata anche la giuria composta da nomi illustri del cinema internazionale: Luis Puenzo (Presidente di giuria), Peter Scarlet, Goran Paskaljevic, Marwan Hamed. A rappresentare l’estro creativo italiano Franco Battiato.

Viene poi annunciata una sorpresa per Tornatore. Le luci si abbassano e sul grande schermo si succedono spezzoni dei film di “Peppuccio”. Nuovo Cinema Paradiso. Il camorrista. La sconosciuta. L’uomo delle stelle. La leggenda del pianista sull’oceano. Malèna. Un calderone di immagini, suoni, volti, emozioni, dialoghi, sorrisi, musiche, brividi a fior di pelle, seduzione, che fonde in un tutt’uno video e pubblico. Artefice del montaggio strappa-applausi Massimo Quaglia, che ha saputo scegliere con sapienza i fotogrammi più celebri di Tornatore e mostrare i suoi personaggi, sempre carichi di grande drammaticità, che trasudano di “umano”, ma che volgono lo sguardo anche verso le stelle, verso la fantasia. Come Totò, il bambino protagonista di Nuovo Cinema Paradiso: un film in cui il cinema, senza autocelebrazioni, parla del cinema rendendolo immortale.

Finalmente l’ospite d’onore del Festival sale sul palcoscenico, accolto da Beppe Fiorello che comincia con la prima domanda: «Come si salva il piccolo cinema minacciato dai multisala?» Tornatore risponde consapevole che i tempi sono cambiati: «Non è facile. Le sale tradizionali faticano molto. Ho avuto l’occasione di inaugurare e sponsorizzare piccole sale, alcune hanno preso pure il nome “Nuovo Cinema Paradiso”; tra di esse, una in Grecia e una negli Stati Uniti. L’unica cosa che deve consolarci è che il pubblico vede sempre più film e che dei film è impossibile fare a meno».

A calcare il palco alcuni compagni di vita e lavoro di Peppuccio. Alessandro Haber ha aspettato 40 anni prima di poter lavorare con lui nel film La sconosciuta. Blasco Giurato, 140 film all’attivo tra cui la direzione della fotografia di Nuovo Cinema Paradiso, ammette di essersi commosso durante il video di Quaglia. «Grazie Peppuccio per avermi fatto entrare nella storia del cinema».

Leo Gullotta abbandona per qualche attimo la sua inguaribile verve comica e si fa serio: «Ho preso parte a Il camorrista e Nuovo Cinema Paradiso: esperienze che rimangono nel cuore. Peppuccio era un ragazzo particolare. Senza pregiudizi, di grande umanità. Di dubbi profondi ma, quando ha deciso, giunge a scelte senza se e senza ma. Ama gli attori. Nei suoi film ha raccontato paure, crisi, fantasia. Un uomo così fa volare pubblico e chi lavora con lui».

Quaglia riprende il microfono per ribadire l’amicizia che lo unisce a Tornatore e chiosa: «Fa il grande cinema, ha il cinema nel DNA». Arriva poi l’atteso momento della premiazione e Tiziana Lodato, de “L’uomo delle stelle”, consegna a Tornatore il Taormina Arte Award. In quel gesto tanta riconoscenza: «Grazie a lui ho iniziato una carriera e una vita bellissime. Peppuccio, ci emozioni sempre di più». La standing ovation è d’obbligo.

Giuseppe Tornatore racconta dunque al pubblico un aneddoto a cui è molto legato: «Tutto è cominciato grazie a questo attore (indicando Ben Gazzara, immortalato nell’abbraccio con Tornatore nella foto sopra, ndr). La prima volta che andai dal produttore per girare Il camorrista mi disse ‘no’. Ma avevo fatto una promessa a me stesso: avrei preso tutti i ‘no’ come dei ‘sì’. Allora uscii dalla porta dell’ufficio del produttore con un gran sorriso. Cominciai a cercare l’attore, a quel punto incontrai Ben Gazzara a cui diedi la sceneggiatura del film. Mi disse di ‘sì’. Fu il mio primo vero ‘s쒻.

Segue un breve approfondimento su L’uomo di vetro proiettato lo stesso giorno al Palazzo dei Congressi. Sul palco giungono il regista Stefano Incerti, David Coco nei panni del pentito e Tony Sperandeo, un veterano del filone ‘mafia’ (ma in questo film nei panni di un poliziotto).
A chiudere la serata di sabato la proiezione del primo film al Teatro Antico: Flyboys per la sezione “Grande Cinema Taormina”.

Il Taormina FilmFest ha forse ristretto un po’ gli orizzonti rispetto alle passate edizioni, ma lo zoom sul Mediterraneo è sicuramente il carattere distintivo della rassegna, un leitmotiv che, oltre a costituire un momento di unione e di scoperta dell’altro a noi vicino, rappresenta anche un’appetitosa vetrina per meglio esaltare quella vocazione artistica, creativa e – non meno importante – turistica che la Sicilia possiede.

Andrea Deioma

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