Pendolari, tariffe alle stelle per il rientro a Natale «Veniamo trattati come dei turisti a casa nostra»

Pendolari forzati costretti a pagare a caro prezzo i biglietti degli aerei per tornare a casa. A pochi mesi dalle festività natalizie si ripropone il problema del caro tariffe per rientrare in Sicilia. Un vero e proprio salasso che migliaia di siciliani sono costretti a dovere affrontare per potere passare la ricorrenza in famiglia. Daniele, 28 anni di Motta Sant’Anastasia, è impegnato in un dottorato di ricerca al Politecnico di Torino. Vive in Piemonte dal 2012 e periodicamente decide di fare le valige per tornare all’ombra del vulcano. «Quassù parliamo di come tornarcene quasi tutti i giorni. Mesi prima del periodo che scegliamo, iniziamo a farci i conti ma alla fine pur di rivedere i parenti ci sobbarchiamo qualsiasi spesa».

Per tornare in Sicilia ho provato ogni mezzo

Daniele ha monitorato i principali motori di ricerca per cercare di scovare l’offerta più vantaggiosa. Spulciando eDreams, Skyscanner e Volagratis il risultato però è stato sempre lo stesso. «Chi lavora veramente stacca la vigilia e deve ritornare il 27 – spiega -. Sono i cosiddetti giorni rossi e per fare andata e ritorno ci vogliono già 290 euro». Un prezzo che però, in quasi tutte le soluzioni, esclude la possibilità di prendere un volo diretto. «Molti ti offrono la possibilità di fare undici ore di scalo a Roma ma c’è di più. Qualche compagnia propone lo scalo a Bucarest, in Romania». Dall’aeroporto piemontese di Caselle le compagnie che effettuano il servizio sono in prevalenza straniere. Si può scegliere la rumena Blu Air, l’irlandese Ryanair o la tedesca Hahn Air Lines. «I prezzi di Alitalia sono decisamente inaccessibili quindi siamo costretti a fare i turisti a casa nostra», prosegue nel suo sfogo Daniele. 

Tolto l’aereo ci potrebbero essere alcune alternative. Dai treni, all’autobus, passando per BlaBlacar, il servizio di carpooling più noto al mondo. Alternative che sono già state sondate dallo studioso, originario di Motta Sant’Anastasia. «Nella mia vita ho preso di tutto per tornare a casa. Una volta ho fatto anche l’autostop ma a conti fatti conviene sempre l’aereo». L’ipotesi treno viene scartata per i tempi e i cambi di vagone ma anche perché molti si fermano a Villa San Giovanni, in Calabria. «Adesso da Torino forse c’è un diretto. Altrimenti ci sono i vari treni che arrivano a Roma. Dalla Capitale si può prendere uno dei mezzi diretti verso il Meridione ma troppi non superano lo Stretto».

Sono infastidito. È una speculazione 

La denuncia di Daniele rispecchia la condizione che vivono non solo lavoratori e studenti ma anche numerose famiglie. «Magari io posso pensare di scendere da Torino con lo zaino in spalla, ma basta mettersi nei panni di una famiglia per capire che si tratta di una vera e propria odissea. Sono infastidito da questa situazione perché si tratta di una speculazione, forse pensata a tavolino». Sul caro biglietti che riguardano lo scalo etneo di Fontanarossa ha recentemente aperto un’inchiesta l’Antitrust. Al centro dell’attenzione dell’autorità garante per la concorrenza i costi eccessivi dei biglietti da Catania per Milano. A luglio scorso avrebbero superato le tariffe medie per la tratta da Roma a Tokyo.  

Dario De Luca

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