Pedofilia? L’Unione europea non la esclude. Anzi

ORMAI, OLTRE CHE NELLE MANI DEI LADRI E DEI MAFIOSI DELLE BANCHE E DELLA FINANZA, SIAMO FINITI ANCHE TRA I MANIACI SESSUALI. LEGGETEVI LA “RACCOMANDAZIONE CM/REC DEL COMITATO DEL MINISTRI DEL CONSIGLIO D’EUROPA”. DOVE CI INVITANO A NON “DISCRIMINARE” CHI FA SESSO CON I MINORI…

Dall’Europa ‘Unita’ arriva un’altra strabiliante novità: la legittimazione della pedofilia. Leggere a questo proposito la Raccomandazione CM/Rec (2010)5 del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa e, segnatamente, il suo articolo 18. In questo articolo testualmente leggiamo: “Gli Stati membri dovrebbero assicurare l’abrogazione di qualsiasi legislazione discriminatoria ai sensi della quale sia considerato reato penale il rapporto sessuale tra adulti consenzienti dello stesso sesso, ivi comprese le disposizioni che stabiliscono una distinzione tra l’età del consenso per gli atti sessuali tra persone dello stesso sesso e tra etero sessuali; dovrebbero inoltre adottare misure appropriate al fine di abrogare, emendare o applicare in modo compatibile con il principio di discriminazione qualsiasi disposizione di diritto penale che possa, nella sua formulazione, dare luogo a un’applicazione discriminatoria”.

Avete letto bene : …ivi comprese quelle che stabiliscono una distinzione “tra l’età del consenso per gli atti sessuali tra persone dello stesso sesso o tra eterosessuali”. Il che vuol dire, inserito con nonchalance tra le righe: pedofilia.

Nel merito della ‘Raccomandazione’ non ci soffermiamo minimamente, perché la riteniamo, come si dice dalle nostre parti, una ‘minchiata cu buottu’. In forma salottiera si definirebbe ‘una caduta di stile’, ma noi preferiamo definirla con una locuzione nostrana che gli inglesi definiscono “frase idiomatica”.

Ma sull’Europa che si sta via via costruendo qualche parola vogliamo senz’altro pronunciarla. In particolare, sui temi che saranno oggetto di dibattito, da qui a qualche mese, per il rinnovo del Parlamento europeo. E, quindi, in buona sostanza, nell’unica occasione nella quale i cittadini possono mettere bocca sulle cose dell’Europa, perché per tutto il resto le questioni europee sono appannaggio esclusivo dei governi e degli organi di secondo o terzo grado che con il cittadino europeo non hanno nulla a che fare. Non parliamone poi in Italia dove sui trattati internazionali non è ammesso l’istituto del referendum.

Va da sé che la discussione prevalente sarà incentrata sull’egemonia tedesca sull’Europa e, in particolare, sull’euro; non possiamo sottacere, però, né la prospettiva dell’Unione confederata che non può essere calendarizzata in tempi secolari, né tanto meno sulla proliferazione di soggetti istituzionali, sempre più artificiosi e burocratici, che per giustificare la loro vitalità inventano stronzate a non finire.

Va ricordato, a proposito del tema oggetto di queste note, che in materia di Diritti fondamentali il 7 dicembre 2000 dal Consiglio europeo di Nizza è stata proclamata la ‘Carta’ che è vigente a tutti gli effetti ancora ai nostri giorni. Laddove si volessero introdurre innovazioni la sede idonea è il ricorso all’emendamento alla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Altre scorciatoie lasciano il tempo che trovano.

Foto di prima pagina tratta da tempi.it

 

Riccardo Gueci

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