UN BIZZARRO DISEGNO DI LEGGE PROPOSTO DA UN PARLAMENTARE DEL PARTITO DELLE LIBERTA’. LA REPLICA DEGLI INDIPENDENTISTI SICILIANI
“In tempo di crisi economica non c’e’ piu’ spazio per le Regioni a statuto speciale, anacronistiche e costose”. Ne e’ convinto il senatore del Pdl Pierantonio Zanettin, che ha depositato a Palazzo Madama un disegno di legge per l’abrogazione delle norme statutarie speciali di cui godono Sicilia, Sardegna, Valle d’Aosta, Friuli-Venezia Giulia e le Province autonome di Trento e Bolzano.
“Non ci sono più- sottolinea l’esponente del centrodestra – le ragioni politiche, storiche e sociali che nell’immediato dopoguerra avevano portato il legislatore a prevedere una particolare autonomia politica e amministrativa per cinque regioni e per due province autonome. Inoltre, le Regioni a Statuto speciale ricevono dallo Stato finanziamenti di gran lunga maggiori rispetto a quelle a statuto ordinario: si tratta di un’evidente sperequazione che oggi appare per molti versi incomprensibile, tanto da alimentare il convincimento che esistano, purtroppo, cittadini di serie A e cittadini di serie B. Un principio francamente inaccettabile in uno Stato moderno e rispettoso del principio di eguaglianza”.
Oltre alle parole, il nulla. Zanettin non porta uno straccio di prova per suffragare quello che dice. Per la Sicilia, infatti, e per tutto il Sud Italia, è esattamente vero il contrario. Come dimostrato dalla Svimez, l’Associazione per lo Sviluppo industriale del Mezzogiorno, in questo dettagliatismo studio economico del 2011, lo Stato italiano ha sempre investito più nelle regioni del Nord, a Statuto ordinario, che nel resto del Paese.
Concetti ribaditi nell’analisi di qualche giorno fa, sempre dalla Svimez, che evidenzia come l’economia di regioni come la Sicilia sia ormai al collasso proprio a causa di politiche nazionali che hanno massacrato quest’area del Paese. Altro che Statuto, altro che privilegi. In questi conteggi del deputato Veneto, mancheranno di certo alcune voci, come quelle che danno conto delle imposte e dei tributi che spetterebbero alla Sicilia (secondo lo Statuto, che è parte integrante della Costituzione) e che Roma trattiene incostituzionalmente.
Delle due l’una: o Zanettin non è proprio uno che la storia la conosce, oppure, come la gran parte dei politici italiani, è al soldo delle oligarchie finanziarie europee che vogliono distruggere il diritto all’autodeterminazione dei popoli per gestirne maglio gli asset.
“Di cosa parla Zanettin?- si chiede Rosa Cassata del Movimento per la Liberazione Nazionale del Popolo Siciliano che, proprio oggi, a Grammichele, nel catanese ha organizzato un convegno sull’autodeterrminazione della Sicilia- semmai siamo noi i cittadini di serie B. Siamo noi che abbiamo mantenuto l’Italia con le nostre risorse.”
Osservazione, quest’ultima, sostenuta da studi di economisti intellettualmente onesti, come potete leggere qui.
“Lo Statuto? Non ci basta più- aggiunge Cassata in diretta streaming da Grammichele- Vogliamo liberarci del tutto da una colonizzazione che ci ha ridotto alla fame. E’ il momento di un divorzio ufficiale. Ma, poi di quale Stato parla? Non si è ancora accorto che questo Stato è un fallimento totale? Non mi sorprende comunque che uno schiavo di Berlusconi dica queste cose”.
Insomma, il messaggio che arriva dal convegno degli indipendentisti siciliani è chiaro: se c’è qualcosa da abolire, è questa Italia che ha fatto la fortuna di regioni come il Veneto e ha ridotto alla fame il Popolo Meridionale. E, cominciare con l’abolizione del Pdl, un partito fatto in gran parte da carrieristi della politica del tutto sganciato dai territori, dalle loro esigenze e dai loro diritti, forse sarebbe già un buon inizio.
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