PD siciliano: chi ha paura dell’arrivo di Leoluca Orlando? E perché?

PIACCIA O NO A QUALCHE ‘NANO’ SICILIANO DI QUESTO PARTITO, MA IL SINDACO DI PALERMO E’ UN PERSONAGGIO POLITICO NAZIONALE, DI STATURA NAZIONALE. CHE E’ SULLA BRECCIA DA TRENT’ANNI SENZA AVERE MAI AVUTO ALLE SPALLE UN GRANDE PARTITO. LE INVIDIE E LE MISERIE UMANE E POLITICHE DOVREBBERO ESSERE MESSE DA PARTE

Da qualche giorno assistiamo un po’ stupiti a un dibattito interno al PD sull’adesione del Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, a questo Partito. Di solito, quando il primo cittadino di una città, grande o piccola, manifesta l’intenzione di aderire ad una forza politica, se non ci sono problemi particolari, viene accettato di buon grado.

Leoluca Orlandi ieri a Villa Niscemi

Quando parliamo di eventuali problemi che potrebbero far sorgere dubbi, ci riferiamo a incompatibilità politica o problemi giudiziari. Nel caso di Orlando non vediamo possibili incompatibilità politiche (Orlando ha amministrato la città con il Pci nella seconda metà degli anni ’80 del secolo passato, poi negli anni ’90 e ha sempre militato nel centrosinistra). E non vediamo problemi giudiziari.

Perché, allora, una parte del PD sta provando in tutti i modi ad impedire ad Orlando di entrare in un Partito che, alla fine, è l’approdo politico naturale per il Sindaco di Palermo e per le persone a lui vicine? Proviamo a dare una spiegazione.

Orlando, come già ricordato, dopo aver amministrato Palermo per un quindicennio con il Pci e con gli eredi di questo Partito, ha militato, da parlamentare nazionale, nel centrosinistra. Nel 2012 non era candidato a Sindaco di Palermo. La candidata era Rita Borsellino.

Ma una parte del PD siciliano, che appoggiava il Governo regionale di Raffaele Lombardo (in quei mesi già incasinato con la Giustizia per problemi di mafia), avrebbe voluto eleggere un Sindaco di Palermo in alleanza con lo stesso Lombardo.

I ‘galantuomini’ del PD capeggiati da Antonello Cracolici e Giuseppe Lumia, per sbarrare la strada a Rita Borsellino, si sono inventati la candidatura di Fabrizio Ferrandelli alle primarie del centrosinistra per decidere chi sarebbe stato il candidato a Sindaco.

Un’operazione politica tutt’altro che cristallina, con problemi nei gazebo (lo ricordiamo per chi l’avesse dimenticato). Cracolici, Lumia e Lombardo sono riusciti a battere alle primarie Rita Borsellino, facendo arrivare primo Fabrizio Ferrandelli. Quest’ultimo non ha avuto alcuno scrupolo morale ad allearsi non tanto con Cracolici – che alla fine è solo un casinista bravissimo ad ‘auto-incaprettarsi’ – ma con Lumia e Lombardo, che invece sono due soggetti con ‘scaglioni grandi così’ e con ‘code’ che non finiscono mai…

Correttamente, pur di non dare la città nelle mani di Cracolici, Lumia e Lombardo, Orlando ha posto la propria candidatura e ha stracciato il candidato dei tre ‘scienziati’, cioè dei già citati Cracolici, Lumia e Lombardo: il solito Fabrizio Ferrandelli.

Ferrandelli, che è stato insieme ad Orlando dentro Italia dei Valori e che è stato stracciato dallo stesso Orlando nel ballottaggio nella corsa a Sindaco di Palermo, non sopporta l’idea di avere nel suo stesso Partito chi gli ha fatto mangiare la polvere. Ferrandelli, infatti, dopo la sconfitta alle elezioni comunali del 2012, si è candidato alle elezioni regionali del PD, è stato eletto e, dopo aver girato un po’ di correnti, per ora sembra fermo con i renziani di Davide Faraone.

A non volere Orlando nel PD, oltre a Ferrandelli, ci sono altri dirigenti di questo Partito. Che non sopportano il fatto che l’attuale Sindaco di Palermo, nelle scelte che adotta per la città, giuste o sbagliate che siano, non tiene in grande conto il Partito Democratico.

Sarebbe scorretto dire che anche Cracolici e Lumia – che Orlando ha battuto alle elezioni comunali di due anni fa – sono contro l’ingresso di Orlando nel PD. Anche perché i due, ormai, sono, come si dice dalle nostre parti, muru cu muru cu ‘u spitali: né Lumia, né Cracolici, infatti, verranno più eletti, a meno che non si verifichi un miracolo: ma dubitiamo Nostro Signore Iddio si adopererà per assegnare un seggio elettorale a questi due personaggi, soprattutto dopo quello che hanno combinato nei quattro anni del Governo Lombardo…

Alla luce di quanto abbiamo detto, i mal di pancia contro Orlando, nel PD, non hanno motivazioni politiche, ma solo invidia, ‘bile’ per avere mangiato la polvere nello scontro elettorale con il Sindaco di Palermo, consapevolezza di essere politicamente inferiori e altre umane bassezze simili.

L’invidia, soprattutto, rode il fegato di tanti dirigenti del PD di Palermo. Perché, alla fine, Orlando è un caso unico nella politica italiana. Facendo quattro conti, Orlando è ininterrottamente sulla braccia dal lontano 1985, quando venne eletto per la prima volta Sindaco di Palermo. Da allora, piaccia o no, è un protagonista della politica.

Restare sulla breccia per trent’anni di fila era una prerogativa dei politici che, oltre ad essere bravi e preparati, avevano alle spalle grandi Partiti. Succedeva nella Dc, nel Pci e nel Psi. La particolarità di Orlando è che è sulla breccia senza avere mai avuto alle spalle un grande Partito politico. Anzi, se proprio la dobbiamo dire tutta, Orlando ha contribuito in modo sostanziale a distruggere il suo Partito di provenienza: la Dc.

Oggi è ancora un protagonista. E il fatto che stia aderendo al PD è un fatto che dovrebbe essere salutato con favore da questo Partito. E probabilmente a Roma è visto con favore. Mentre a Palermo, come già accennato, ci sono problemi… E questo si capisce dal livore con il quale qualche dirigente del Partito in Sicilia si ostina a dire che il Sindaco di Palermo e i suoi amici non possono entrare nel PD trattando con Roma e ignorando la Sicilia.

In realtà, se c’è una cosa che il PD siciliano non ha mai avuto è l’autonomia nelle decisioni. La stessa alleanza per quattro anni con Lombardo è sempre passata da Roma: sono stati, infatti, i vertici nazionali del Partito a bloccare il referendum interno al PD siciliano che avrebbe dovuto decidere di restare o meno in alleanza con il Governo Lombardo. Questa decisione l’ha presa Roma sulla pelle dei tanti iscritti e militanti del PD dell’Isola. Che hanno sempre saputo che il Partito siciliano, nelle decisioni importanti, conta quanto l’Onu quando Putin e Obama si accapigliano. Cioè nulla.

Era così ai tempi del vecchio Pci e continua ad essere così nel PD.

Detto questo, Orlando e i suoi entreranno nel PD. Non sappiamo – come scrivono già alcuni ‘profeti’ – se Orlando entra nel PD per liquidare l’attuale presidente della Regione, Rosario Crocetta, magari per sostituirlo. Se Orlando libererà la Sicilia da Crocetta, beh, tutti i siciliani dovranno essere riconoscenti verso di lui.

Diventerà presidente della Regione al suo posto? Questo lo sa solo Iddio.

Redazione

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