Pd: in Sicilia Renzi al 72%, exploit Orlando a Catania Cuffaro benedice l’ex premier: «Con lui tutti al centro»

Sono stati oltre 24mila gli iscritti al Partito democratico siciliano ad aver votato nei circoli. I conteggi si sono chiusi in sette province su nove, dove è netta la prevalenza della mozione di Matteo Renzi, con il 72,35 per cento; seguono quella del ministro della Giustizia Andrea Orlando, con il 22,28; terzo Michele Emiliano con il 5,29 per cento. A livello nazionale le percentuali stimate sono: Renzi al 67,5 per cento; Orlando al 25,5 ed Emiliano al 7.

A Palermo – dove ha votato il 68 per cento degli aventi diritto – l’ex presidente del Consiglio fa anche meglio della media regionale. «Renzi – afferma il segretario provinciale Carmelo Miceli – ha ottenuto 4.487 preferenze, pari all’82,1 per cento, Andrea Orlando 552 preferenze, pari al 10,09 per cento, e Michele Emiliano 427 preferenze, pari al 7,81 per cento». A Catania invece exploit della mozione Orlando che raggiunge una delle percentuali più alte d’Italia. La mozione collegata al segretario nazionale uscente ha ottenuto 3194 voti, pari al 58,01 per cento. Per effetto di ciò avrà 174 delegati alla convenzione provinciale. La proposta politica del ministro della Giustizia ha invece incassato 2149 suffragi, che equivalgono al 39,03 per cento e si traducono in 117 delegati. La mozione vicina al governatore pugliese, infine, ha raccolto 163 preferenze, il 2,96 per cento, con nove delegati.

«La soddisfazione è dovuta anche alla larga partecipazione e al nuovo entusiasmo che abbiamo vissuto nei circoli – commenta il segretario regionale del Pd, Fausto Raciti, che è anche coordinatore della mozione Renzi in Sicilia -. Abbiamo la conferma di avere un partito vivo e che discute, da oggi lavoriamo tutti insieme alla riuscita dell’appuntamento del 30 aprile». In quella data sono state fissate le primarie in tutta Italia. Dall’altro lato, Giuseppe Berretta, coordinatore nell’Isola della mozione Orlando, rilancia: «Il risultato delle convenzioni dei circoli siciliani del Partito democratico è una buona base di partenza in vista delle primarie aperte del 30 aprile: lì giocheremo un’altra partita ma il dato della mozione Orlando, votata da oltre il 22 per cento degli iscritti, è comunque significativo. Siamo riusciti, pur in poco tempo, a mettere in piedi una rete di persone su tutto il territorio regionale, che si sono impegnate tantissimo per far conoscere le proposte di Orlando: a loro e a tutti coloro che ci hanno votato va il mio ringraziamento». Emiliano in Sicilia è sostenuto, tra gli altri, da Pino Apprendi, Giuseppe Lumia e Giuseppe Antoci. 

Intanto arriva oggi anche la valutazione dell’ex governatore Totò Cuffaro, che dopo aver scontato la pena inflittagli per la condanna per favoreggiamento alla mafia, è tornato protagonista, seppur senza scendere in campo, della politica siciliana. «Se Renzi vince il congresso – ha detto in un’intervista al Corriere della Sera – il Partito della Regione, e cioè il progetto siciliano di Partito della Nazione, inizia a diventare progetto realizzabile. Se vince Orlando, invece, si va verso la ricomposizione tra il Pd e ciò che c’è alla sua sinistra». Cuffaro osserva che «il M5s ha il 37% nei sondaggi. Lo si può fermare solo se si tagliano le ali estreme di sinistra e destra e si converge tutti al centro. La Sicilia – rileva – è già stata il luogo dove sono stati sperimentati il primo centrosinistra e il primo centrodestra della storia. Perché non può succedere anche col Partito della Nazione? È ciò che hanno in testa in tanti, compresi molti renziani e berlusconiani. Solo che non possono dirlo. Io posso dirlo».

In mattinata sia da Forza Italia che dal Pd si sono affrettati a smentire la volontà di creare un fronte unico anti Movimento 5 stelle. «Ma quale Partito della Regione? – ha detto Raciti all’agenzia AdnKronos – Io, semmai, penso a un Partito della Ragione, o meglio della Ragionevolezza. Non possiamo fare nessuna alleanza con Forza Italia per le Regionali, siamo due cose distinte e separate. A differenza di Miccichè, io non credo che questa ipotesi non sia fattibile perché questo o quell’interlocutore è inaffidabile, ma perché siamo cose diverse. Loro sono centrodestra e noi un’alleanza tra Democratici e moderati, siamo due cose distinte, insomma. Non a caso sono all’opposizione alla Regione». Dall’altra parte, Gianfranco Micciché, coordinatore di Forza Italia in Sicilia, ha precisato: «Non faremo mai un’alleanza per le regionali siciliane di ottobre con un Pd sbrindellato, inesistente e malfatto. Mi dispiace ma non concordo affatto con la tesi del presidente Cuffaro. Lui è libero di sognare, ma la realtà è molto diversa da come la disegna lui».

Redazione

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