Con qualche mese di ritardo, alla buon’ora, come si diceva una volta, anche Davide Faraone, parlamentare nazionale del Pd, ssi è accorto che il presidente della regione siciliana, Rosario Crocetta, si è fatto un Partito per i fatti propri. Anzi, a onor del vero, ha fatto un Partito – il Megafono – insieme con il parlamentare nazionale Giuseppe Lumia, che non è stato rieletto al Senato nel Pd, ma nel Megafono.
Possibile – dice oggi Faraone, che forse è sceso sulla Terra dopo un viaggio su Giove – che chiunque governi la Regione si preoccupi di fare un Partito, invece che occuparsi della Sicilia? Quasi fosse scritto nello Statuto (supponiamo quello autonomistico siciliano ndr), anche in questa legislatura esiste un Partito del presidente della Regione, il Megafono”.
Il riferimento, supponiamo, è al precedente presidente della Regione, che aveva un suo Partito – il Movimento per l’autonomia -che, in realtà, era nato prima che lo stesso Lombardo diventasse presidente della Regione.
“Solo il Partito democratico siciliano sembra non essersi accorto” dell’esistenza del Megafono, dice Faraone. In realtà, i dirigenti del Pd siciliano sanno tutto. Anche a Roma Bersani e compagni sanno tutto. Sanno -così gli è stato detto – che Crocetta ha costituito una costola del Pd. Tant’è vero che il Pd tiene Lumia nel Megafono per controllare la situazione.
Il problema è che il presidente della Regione – che la Regione la governa poco e male – governa, invece, bene il Megafono. Di questo, a quanto pare, se n’è accorto lo stesso Faraone.
I dirigenti del Megafono girano per le città siciliane, costituiscono ovunque Circoli per Crocetta e, a Catania, trattano direttamente con Enzo Bianco che, nel nome del ‘rinnovamento’ si fa per dire, ovviamente), si è candidato per la sesta o settima volta a Sindaco della città Etnea. Mandando a carte quarantotto le primarie del centrosinistra. Con l’appoggio di Crocetta che, forse non sa che Bianco era già Sindaco di Catania nei lontani anni ’80 del secolo passato…
“A Messina – racconta Faraone – i Megafono propone il candidato Sindaco e vuol far saltare le primarie. Hanno deputati, un senatore, assessori (ora altri due), coordinatori nei Comuni. Un vero e proprio Partito. Nulla di male”.
“Poi però smettono i panni del Megafono e diventano Pd – aggiunge Faraone, al quale la condizione una e trina di Crocetta (e di Lumia) non va proprio giù -. Partecipano e intervengono anche alle direzioni del primo Partito d’Italia (cioè dello stesso Pd). Ci dicono cosa è meglio, ci danno suggerimenti, naturalmente per far crescere il Megafono”.
“Ciò che colpisce – aggiunge il parlamentare nazionale del Partito democratico – è il silenzio del Pd che continua a farsi umiliare e che accetta tutto questo in assoluto silenzio”.
“Credo sia giunto il momento per il Partito democratico conclude Davide Faraone – di ‘delombardizzare’ Crocetta e di ricordargli che è stato eletto per governare la Sicilia, per trovare soluzioni ad una crisi economica e sociale che attanaglia l’Isola, non per farsi un partito.
Noi comunque vorremmo tranquillizzare Faraone. Se Crocetta, come tutti si aspettavano, si fosse sbarazzato di Lumia, i suoi dubbi avrebbero una ragion d’essere. Ma dal momento che Lumia fa il bello e il cattivo tempo nella sanità siciliana (con annessi e connessi), nella formazione professionale (dove, in realtà, con l’assessore Scilabra da lui voluta sta facendo solo gradi danni), nell’alta burocrazia, insomma, in tutta l’amministrazione regionale, il Pd siciliano non ha nulla da temere.
Hanno da tenere i ‘nemici’ di Lumia all’interno del Pd. Ma questo, onorevole Faraone, fa parte del gioco che Crocetta ha deciso di giocare con Lumia…
Secondo noi, l’unico che ha capito tutto è Antonio Presti, l’uomo del gran rifiuto (si è rifiutato di andare a fare l’assessore ai Beni culturali perché non vuole avere a che fare con la mala politica: come dargli torto?).
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