QUESTO CONSENTIREBBE DI EVITARE LA ‘SCANNA’ TRA CATERINA CHINNICI E GIUSY NICOLINI. MA POTREBBE ANCHE LASCIARE IL PARTITO DEMOCRATICO SICILIANO SENZA UN PROPRIO RAPPRESENTANTE AL PARLAMENTO EUROPEO
Non si sa come finirà stasera con il Governo regionale. Il governatore Rosario Crocetta nominerà i nuovi assessori? O rinvierà tutto a domani, magari aspettando che il PD definisce la lista per le elezioni europee?
Nell’attesa di queste ore trapela un’indiscrezione, da prendere con le pinze. L’avvicendarsi di nomi nella lista del Partito Democratico – con riferimento ovviamente al collegio Sicilia-Sardegna – avrebbe creato non pochi malumori a Roma. Dove sono abituati a delegare al Partito siciliano le scelte non nobili (leggere quando c’è da prendere sostanze ‘sgradevoli’ con le mani, com’è avvenuto con la partecipazione del Partito al Governo di Raffaele Lombardo). Mentre le candidature le decide di solito Roma.
A quanto pare, il tentativo di Fausto Raciti, segretario regionale del PD, di piazzare come capolista Caterina Chinnici non sarebbe andata troppo a genio ai romani. Non a caso, ieri sera, è venuta fuori una nuova ‘capolista’, Giusy Nicolini, Sindaco di Lampedusa. Ovviamente, due candidati per un posto di capolista sono troppi.
Da qui l’indiscrezione. Ovvero la possibilità che, domani, i vertici nazionali del Partito operino scelte anche clamorose. Come, per esempio, un capolista ‘paracadutato’ direttamente da Roma per non scontentare Caterina Chinnici e Giusy Nicolini. Con il possibile ‘paracadutato’ dalla Capitale, varrebbe la vecchia legge: “Dove il maggiore c’è il minore cessa…”.
Non ci sarebbe da stupirsi se il PD nazionale decidesse di ‘paracadutare’ il capolista per il collegio Sicilia-Sardegna. Alle elezioni nazionali Roma piazza sempre in Sicilia ‘raccomandati-paracadutati’. Se lo fa alle elezioni politiche nazionali, perché non dovrebbe farlo anche alle europee?
Non solo. Siccome sette o, addirittura, otto candidati siciliani sono troppi (in lista debbono andare sì otto candidati, ma due debbono essere sardi, perché questo collegio – qualche dirigente del PD siciliano sembrerebbe averlo dimenticato – mette insieme Sicilia e Sardegna).
Insomma, non solo il capolista potrebbe arrivare direttamente da Roma. Ma si profilano almeno due esclusi dai nomi che circolano in queste ore.
Di più: sembrerebbe che il Partito Democratico abbia tutta l’intenzione di candidare Renato Soru. Motivo: è l’unico candidato che potrebbe convincere tanti elettori sardi a votare per il PD. Senza i voti della Sardegna, il Partito rischierebbe di prendere un solo seggio.
Soru, ‘uscendo’ dalla Sardegna con 80-90 mila voti, dovrebbe essere tra i primi due eletti. Il secondo dovrebbe essere siciliano. Dovrebbe. Perché se i siciliani voteranno l’eventuale ‘paracadutato’ da Roma, si potrebbe verificare il paradosso di un PD che conquista due seggi nel collegio Sicilia-Sardegna senza eleggere nemmeno un siciliano…
A conti fatti, la partita, dentro il PD, è tutt’altro che chiusa. Aspettiamoci, già da domani, sorprese che potrebbero essere clamorose.
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