Tessera del Partito democratico stracciata e passaggio con il candidato presidente alla Regione Claudio Fava. Ecco in soldoni la spaccatura che si è consumata dentro i giovani dem etnei, che hanno deciso di abbandonare il partito di Matteo Renzi per accasarsi sotto il tetto del nuovo movimento giovanile della sinistra italiana, appena costituitosi a Roma domenica scorsa. Un copione già visto nella provincia di Enna e che potrebbe nascondere, dietro le quinte, una manovra elettorale. A capeggiare la rivolta interna alle falde dell’Etna – resa pubblica attraverso una nota – è Federica Barbato, segretaria dei Giovani democratici di Pedara, affiancata da Salvatore Trovato, del gruppo universitario del Pd e candidato al senato accademico durante le ultime elezioni.
«Non c’è stata nessuna comunicazione ufficiale e di fatto sono tutte persone che risultano ancora tesserate», replica a MeridioNews il segretario cittadino giovanile Gianluca Scerri. C’è poi il nodo del numero effettivo di quanti avrebbero aderito a questo spostamento a sinistra. In 40 secondo i dissidenti, molti meno per Scierri: «Non ho idea di chi siano gli altri 38 (vengono esclusi dal conteggio Barbato e Trovato, ndr), non avendo contezza di un disagio così ampio. Questo partito negli anni ha subito una mutazione genetica e chi è entrato in un certo periodo percepisce il tutto, ecco perché non mi sento di stigmatizzare. È anche vero che, in ogni caso, chi rimane lo fa perché il Pd è l’unico partito che può rispondere ai bisogni delle persone a cui ci rivolgiamo».
L’analisi del segretario si allarga anche a possibili retroscena che si celerebbero dietro la spaccatura: «Questa cosa è successa anche in altre province e mi dispiacerebbe se fosse una mossa elettorale più che di sentimento». Ad agosto la crepa si era allargata anche nella provincia di Enna, con una migrazione di massa verso sinistra; non formalizzata però con l’adesione a un contenitore specifico. Come il Movimento democratici progressisti di Pierluigi Bersani, rappresentato in Sicilia dall’ex presidente della Regione Angelo Capodicasa e che trova le simpatie dell’ex senatore dem Mirello Crisafulli.
«Penso sia una scelta di coerenza difficile sì, ma molto significativa e sono convinto che presto si uniranno a noi tanti altri» dichiara il fuoriuscito Salvatore Trovato. «Sentivamo l’esigenza di ritrovare un ambiente positivo dove fare politica». Lo sguardo sembrerebbe orientato verso Mdp e Articolo uno: «Affrontano un percorso unitario concretizzatosi in Sicilia nella candidatura e nella coalizione intorno a Claudio Fava a presidente della Regione siciliana», conclude.
La mini-fuga dal Pd avviene in prossimità delle regionali ma anche nello stesso periodo in cui a Catania i giovani dem, insieme alla base del partito, organizzano la festa provinciale de L’Unità. Dal 27 settembre all’1 ottobre alla villa Pacini. A dire la sua sulla vicenda è pure il segretario provinciale Enzo Napoli: «Sinceramente mi sembra una diaspora abbastanza amplificata – spiega a MeridioNews – Rispetto la scelta di ciascuno e devo dire che mi dispiace ma la cosa che mi sento di aggiungere è che utilizzare questi episodi come strumenti di campagna elettorale mi sembra esagerato». A pesare di più, almeno a livello mediatico, sono le scelte di Adele Palazzo e Pino Apprendi. La prima, ex esponente del circolo centro storico di Catania, è data su posizioni vicine a Nello Musumeci, candidato del centrodestra all’Ars. Il secondo, ex deputato regionale e storico esponente della sinistra palermitana, che ha detto di avere aderito al progetto di Claudio Fava.
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