«Vota e fai votare». No, a Paternò l’oggetto della frase non era il celebre Antonio La Trippa di Totò, ma Salvatore Comis. Barbiere del paese in provincia di Catania, candidato al Consiglio comunale per le elezioni amministrative di giugno del 2022, poi diventato assessore, ma con qualche iniziale velleità da primo cittadino. In realtà, solo per provare a togliere voti a Nino Naso, già sindaco ricandidato per il secondo mandato. Tutti e due ora sono tra gli indagati nell’ambito dell’inchiesta Athena che ieri ha portato a 17 arresti e scoperchiato gli interessi delle mafie nella gestione delle aste immobiliari nel Catanese.
Secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini – coordinate dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e dalle pm Tiziana Laudani e Alessandra Tasciotti – sia Naso che Comis avrebbero accettato l’offerta di ottenere voti procacciati da appartenenti al clan Morabito-Rapisarda impegnandosi a dare in cambio qualcos’altro. A fare da intermediario sarebbe stato Pietro Cirino (arrestato ieri e finito in carcere). Ex consigliere comunale, nominato assessore alle Politiche agricole e del lavoro nel giugno del 2021, Cirino sarebbe stato il trait d’union della politica con gli esponenti mafiosi Vincenzo Morabito (ora ai domiciliari con il braccialetto elettronico) e Natale Benvenga, detto il ragioniere. «Ora ci mettiamo a fare…Già lo sanno tutti che devono votare Salvatore Comis: Vota e fai votare a Turi Comis». È il 19 marzo del 2021 quando, nella sala da barba, viene intercettata la prima conversazione in cui si accenna al progetto elettorale che Benvegna ha per il barbiere di Paternò. «Io – risponde Comis ti posso dire, Natale, che non ti deluderò. E tu lo sai». Promesse su promesse.
Qualche giorno dopo, il progetto sembra uscire dalla fase embrionale. Sempre nella barberia, i due parlano della necessità di individuare un candidato sindaco alternativo a Nino Naso. «Noi altri – dice Comis con l’approvazione di Benvenga – siamo l’ago della bilancia. Per me questo (Naso, ndr) non sale più». Meno convinto sembra il ragioniere: «C’è qualche stupido che ancora ci crede…perché poi è il sindaco dei morti e dei matrimoni. Questo cornuto (sempre Naso, ndr) lo dobbiamo fare andare». Ed è a questo punto che in Benvenga si accende una lampadina: Comis in campo da candidato sindaco e lui stesso nel ruolo di suo vice. Un progetto che non sembra convincere il barbiere. In realtà, secondo quanto emerge dalle intercettazioni, il ragioniere remerebbe contro Naso perché si sarebbe legato al dito un mancato favore nei confronti di un nipote. «Ci sono certe cose che non si possono fare», cerca di giustificarlo Comis. Altre, invece, si sarebbero potute fare trovando un accordo che non tarda ad arrivare. Anche grazie all’intervento di Cirino: «Non fare niente, ora ti siedi con Nino Naso e te la ragioni».
«Se tu gli metti tutti, a chi metti metti, non puoi ammuttare (spingere, ndr) a nessuno… Tu – è la teoria di Comis – ti devi mettere con chi vince… Perché mi devo andare a mettere con quello che perde?». Ma anche Benvenga sembra avere le idee chiare: «Se sale Nino Naso, ci deve dare la pulizia del verde o del cimitero e gli mettiamo gli operai e facciamo lavorare sette, otto cristiani (persone, ndr). Ma non te lo dà perché ha i suoi interessi». Qualche giorno dopo, Cirino parla con Naso. Il tema della conversazione è il binomio tra elezioni comunali e posti di lavoro. Ad assistere, almeno in una prima parte del dialogo, ci sarebbe stato anche Vincenzo Morabito. «Un posto ci interessa nella spazzatura», chiede Cirino a Naso che pare possibilista: «Questo qua lo stiamo vedendo ma c’è un bordello ultimamente». In effetti, a luglio del 2021, vengono assunti da Dusty (la ditta che si occupa della raccolta dei rifiuti) come operatori ecologici il figlio di uno storico esponente del clan Morabito-Rapisarda e il fratello di un componente del clan Assinnata arrestato nell’operazione Assalto. Un contratto a tempo determinato che sarebbe poi stato prorogato. Con la speranza che «se sale Nino, dicono che lui passa effettivo», cioè che il rapporto di lavoro si sarebbe trasformato in un indeterminato.
E, così, alleanza fu. Prima delle elezioni, Comis viene nominato assessore a Sport, Spettacolo, Polizia municipale, Viabilità e Randagismo. Intanto, Cirino gli garantisce l’elezione assicurata al Consiglio comunale: «Questa volta li prendi i voti perché so quello che si sta muovendo: a bummitta stiamo furriannu». E, invece, non è bastato: Comis non viene eletto (perché la sua lista non raggiunge il quorum) ma viene comunque confermato nella giunta dal sindaco Naso con deleghe ad Attività produttive, Politiche Agricole e imprenditoriali, e Manutenzione impianti. Settori che, secondo gli inquirenti, sarebbero stati particolarmente a cuore tanto a Cirino (che prima aveva avuto queste deleghe) che a Benvenga.
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