Ormai ha assunto le tinte di un romanzo giallo la vicenda della piscina comunale Giovanni Paolo II, a Paternò. Da mesi si cerca di capire che fine abbia fatto il bando pubblico (per la prima volta se ne era parlato nella primavera 2018) attraverso il quale l’ente comunale paternese avrebbe dovuto affidare la gestione dell’impianto sportivo, revocando quasi in contemporanea la convenzione con la Federazione italiana nuoto Sicilia, che da dieci anni gestisce l’impianto.
La piscina, però, nel frattempo resta non operativa: non possono usufruirne né gli utenti privati (costretti ad andare in altri impianti o a lasciare il nuoto) né le società sportive. Senza contare che già da qualche mese sono stati ultimati i lavori per la realizzazione delle due piscine all’aperto: l’acqua delle vasche è ormai putrida e l’intera struttura è a rischio furti o atti vandalici. «Il bando pubblico? Non so che fine abbia fatto», dichiara a MeridioNews l’assessore allo Sport Vito Rau.
«Ho chiesto agli uffici competenti informazioni sul problema, ma fino a ora è stato silenzio assoluto», sostiene. Rau ha ricevuto la delega che gli assegna le competenze sulla piscina da poco meno di un mese. «Non so neanche se la piscina all’aperto sia stata consegnata dalla ditta oppure ci siano stati dei problemi. In quest’ultimo caso, bisognerebbe subito intervenire». Il ritardo del Comune avrebbe messo in difficoltà il presidente della Fin Sicilia Sergio Parisi. Quest’ultimo, avendo avviato i contatti con la giunta comunale, avrebbe chiesto all’amministrazione una concessione non per un solo anno – cosa richiesta 12 mesi fa – ma «pluriennale: una convenzione che così deve passare dal Consiglio comunale».
«La carenza di piscine resta un problema serio – si legge sul sito ufficiale della Federnuoto siciliana – Il caso della piscina di Paternò, purtroppo, è emblematico e rischia di pregiudicare l’attività in loco, con riflessi seri in ambito regionale e su Catania, che peraltro proprio nel nuoto si è appena distinta nella classifica dell’indice di sportività della città italiane stilata dal Sole 24 Ore precedendo anche una metropoli come Napoli». «Fare nuoto in Sicilia è sempre più arduo – ricorda la Federnuoto – Noi non ci arrendiamo di certo, ma i Comuni ci diano una mano».
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