Paternò, spaccati gradini della scalinata del ‘700 Rinvenuta la pietra usata per il danneggiamento

I beni monumentali di Paternò, collocati nella stragrande maggiorana dei casi sulla collina storica, sono degradati e in mano ai vandali. Il Castello normanno e la Chiesa madre, così come la scalinata settecentesca sono stati trasformati in vere e proprie tele su cui gli incivili scrivono le proprie memorie o riproducono disegni volgari. Tuttavia i vandali nelle ultime ore hanno alzato il tiro: oggetto del raid la scalinata, che ha visto danneggiati volontariamente due gradini in pietra calcarea bianca. Non è chiaro quando sia avvenuto, ma le modalità di esecuzione sono molto chiare: a pochi metri dallo scalone distrutto è stato ritrovato un pezzo di pietra lavica con ancora i frammenti bianchi attaccati sopra. 

Le parti staccate dalla scalinata sono state prima spostate in un angolo del piazzale, per poi essere recuperate e messe al sicuro. Dell’accaduto sono stati informati l’amministrazione comunale e la soprintendenza ai Beni culturali e monumentali. A quest’ultima, alcune ore fa, il Comune paternese ha inviato una lettera con la quale la si informa della disponibilità di una ditta di Paternò – la stessa che sta eseguendo i lavori di riqualificazione del campanile del Santuario della Consolazione – a eseguire un intervento di sistemazione. Basterebbe, secondo alcuni, riattaccare le parti mancanti. Ma per intervenire è necessaria l’autorizzazione dell’ente preposto.

«Abbiamo di fronte persone che non hanno alcun senso civico – dice a MeridioNews Giuseppe Barbagiovanni, responsabile regionale del settore giovani dell’associazione Siciliantica, che da anni si occupa del patrimonio culturale paternese – Si tratta di ragazzi che non hanno alcun interesse per la collina storica, che arrivano qui a bighellonare e poi la rovinano». Il danno, intanto, è fatto. Il sindaco Nino Naso promette l’installazione di un articolato sistema di videosorveglianza in tutta la zona. Sia la scalinata sia la Chiesa matrice, peraltro, sono stati oggetto di interventi di restauro costati diversi milioni di euro. Sui quali adesso si leggono gli scarabocchi con lo spray.

Salvatore Caruso

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