«Era un atto dovuto, ma non era certo scontato che fosse così sollecito. È un esempio di come ogni tanto in Italia funzioni anche la burocrazia». C’è sollievo nelle parole dell’avvocato Stefano Giordano, legale, insieme all’avvocato Vittorio Manes, di Bruno Contrada, ex numero due del Sisde ed ex dirigente della Mobile di Palermo. Il capo della polizia Franco Gabrielli ha ufficialmente revocato il provvedimento di destituzione del militare, una decisione che arriva dopo la sentenza con cui la Cassazione a luglio aveva revocato la condanna a 10 anni nei suoi confronti per concorso esterno in associazione mafiosa.
«Sono particolarmente contento e rallegrato di come il capo della polizia Gabrielli si sia occupato di questa vicenda, con un’immediatezza che fa sì che si possa scrivere una pagina buona e positiva a fronte delle tante negative che ci sono state a carico del dottor Contrada – spiega l’avvocato Giordano -. Ritornare in polizia era per lui la cosa più importante, un aspetto fondamentale dal punto di vista morale, considerando che si tratta di un uomo di Stato. E lo è ancora, adesso abbiamo l’ufficialità». Non solo una revoca, quindi, ma un atto simbolico importantissimo, che in questo caso specifico equivale anche, per Contrada, alla restituzione della sua dignità e di una ricollocazione all’interno dello Stato, al quale sente ancora di appartenere.
Un modo per risanare «un’immagine che in tanti anni di sofferenza era stata deturpata, a partire da quel Natale del ’92. Meglio tardi che mai – continua l’avvocato Giordano – Non sempre lo Stato provvede così rapidamente, le nostre sollecitazioni sono state accolte con immediatezza». La vicenda, quindi, finalmente si chiude, almeno «da un punto di vista impiegatizio, pensionistico e reddituale, chiaramente quando il provvedimento verrà attuato anche a livello economico». Ma resta aperta «dal punto di vista dell’errore giudiziario, sul quale ritorneremo nelle opportune sedi».
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