Sopralluogo, ieri mattina a Paternò, all’interno di un palazzo di proprietà dell’ex Ente sviluppo agricolo, da oltre 25 anni abbandonato a sé stesso, con evidenti segni di decadimento e privo di manutenzione. La struttura si estende su 3700 metri quadrati e si affaccia su via Canonico Renna, via Isole Eolie e via Marconi. Da anni i residenti del quartiere e le istituzioni locali chiedono un intervento della Regione per mettere in sicurezza l’edificio, soprattutto per quel che riguarda i muri perimetrali che potrebbero cedere da un momento all’altro. In un secondo momento si potrebbe discutere l’eventuale cessione al Comune, il cui obiettivo sarebbe realizzare un’area di raccolta destinata alla Protezione civile. Ma non sono ancora chiare le modalità di quest’ultima, eventuale operazione.
Al sopralluogo erano presenti – oltre ai funzionari dell’ex Esa – il sindaco Mauro Mangano, l’assessore alle Attività produttive Agostino Borzì, il responsabile dell’ufficio Urbanistica Gianfranco Ursino e i consiglieri Ezio Messina, Ivan Furnari e Salvatore Fallica, che negli ultimi anni hanno seguito la vicenda. Detto della richiesta di messa in sicurezza, la visita è servita anche ad appurare se i contenitori che si trovano dentro la struttura contengano rifiuti pericolosi. «All’interno dell’immobile ci sono ancora dei rifiuti tossici – ha detto l’assessore Borzì – Si tratta, in realtà, di contenitori non più utilizzati di rifiuti speciali pericolosi che vanno smaltiti adeguatamente. I responsabili dell’ex Esa ci hanno detto che non ci sarebbe alcun pericolo. A mio avviso – aggiunge Borzì – non è assolutamente vero. Tutte le aziende agricole sono a conoscenza che anche una semplice bottiglia di antiparassitari vuota e sciacquata va smaltita come rifiuto speciale pericoloso. Qua stiamo parlando di parecchi contenitori di grosse dimensioni che contenevano prodotti utilizzati negli anni ’40».
A Borzì replica Antonino Aiello, responsabile dell’ufficio provinciale etneo dell’Ente sviluppo agricolo, presente al sopralluogo insieme all’ingegnere dell’ufficio messinese Stefano Mazzeo: «Anche se i contenitori sono vuoti non sono pericolosi – ha affermato – L’area è stata dissequestrata con provvedimento del giudice. Non c’è nessun pericolo o allarme». E sulla messa in sicurezza dei muri esterni, ammalorati e ritenuti a rischio crollo, Aiello ha specificato che «da parte di alcuni consiglieri ci è stato segnalato che i muri prospicienti su via Canonico Renna sono pericolosi per l’incolumità personale. Ci siamo attivati a disporre un progetto di somma urgenza per mettere in sicurezza questo muro. In passato l’ente si sviluppo agricolo è intervenuto spendendo circa 100mila euro per bonificare l’intera area, anche dai rifiuti». Il progetto prevede l’abbattimento di metà del muro per abbassarlo ed evitare il pericolo che possa crollare. L’intervento dovrebbe essere ultimato prima dell’estate.
Secondo il primo cittadino Mauro Mangano «è necessario che l’area sia oggetto di un progetto condiviso ai fini di dare al quartiere uno spazio aperto e pubblico, non di metterlo in vendita a privati. Essendo questa zona ricadente in area b, ossia area edificabile, è necessario approvare una variante al Prg cittadino». Per il consigliere Ezio Messina, «grazie alla collaborazione con i dirigenti dell’ente di sviluppo agricolo abbiamo potuto effettuare i tempi brevi questo sopralluogo. Sempre dall’Esa – ha concluso Messina – c’è la possibilità che l’intera area possa essere ceduta, in vendita o in affitto, al Comune. Ritengo – conclude Messina – che la scelta più opportuna sarebbe la vendita. Qui si potrebbe realizzare una piazza con una grande area a verde».
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