Paternò, si dimette il presidente dell’Ipab  «Durc non regolare, fondi regionali bloccati»

Resta senza soluzione la drammatica situazione dei 19 dipendenti dell’Ipab Salvatore Bellia di Paternòda 29 mesi senza stipendi. Nemmeno la seduta straordinaria e urgente del consiglio comunale – convocato ieri dalla presidente Laura Bottino su richiesta di Roberto Prestigiacomo, segretario provinciale della Uil-Flp – ha dato la scossa necessaria per sbloccare la vicenda, nonostante le dimissioni del vertice dell’ente. Il personale della casa di ospitalità deve ancora ricevere una somma di quasi 900mila euro

La seduta si è risolta in un sostanziale nulla di fatto per l’assenza per la seconda volta consecutiva dei vertici dell’Ipab dai quali i dipendenti del Bellia, quasi tutti presenti nell’aula consiliare, avrebbero atteso delle risposte concrete. Presenti il sindaco di Paternò Mauro Mangano e i rappresentanti delle segretarie provinciali della Uil e Cgil. Seduta consiliare che se da un lato è stata infruttuosa – resta l’incertezza su quando gli stipendi saranno liquidati – dall’altro è stata utile per fare chiarezza sul perché la Regione Sicilia non ha fino adesso liquidato al’Ipab circa 300mila euro. «Sarebbe stata appurata una mancanza dei vertici della casa d’ospitalità – spiega Prestigiacomo – Il Durc (Documento unico di regolarità contributiva, ndr) non sarebbe in regola: in sostanza l’Ipab non avrebbe versato i contributi ai lavoratori». Questo spiegherebbe perché la Regione fino adesso è rimasta immobile. «Chiediamo al consiglio e alla giunta comunale di attivarsi presso l’assessorato regionale perché sblocchi tale vicenda», continua il sindacalista.  

Da parte sua il sindaco Mangano, assieme al consiglio, è pronto a fare la sua parte fino in fondo nelle sedi opportune: ossia sensibilizzare la commissione regionale all’Assemblea regionale e l’assessore al ramo. «Abbiamo chiesto più volte, il 14 gennaio e poi il 21 gennaio, un incontro urgente con il consiglio d’amministrazione dell’Ipab – conclude Roberto Prestigiacomo – Nulla, silenzio assoluto. Lo stato di agitazione è stato proclamato. Chiederemo l’intervento della prefettura». 

Nel marasma generale, intanto, si è dimesso il presidente dell’ente Enzo Spartà, nominato dalla Regione meno di sei mesi addietro. La decisione è maturata nei giorni scorsi. Infatti Spartà si sarebbe reso conto che «senza l’aiuto delle istituzioni, non si può risolvere nulla». Ha poi parlato di una casa di ospitalità di grandissime potenzialità, «ma che non può essere abbandonata al proprio destino».

Salvatore Caruso

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