Restaurati i due gradini in pietra calcarea bianca della scalinata settecentesca, danneggiati lo scorso mese di ottobre a Paternò. Gli elementi della scala erano stati fatti a pezzi con una pietra lavica. Il restauro è stato realizzato da due ditte specializzate paternesi che hanno prestato il servizio a titolo gratuito, sotto la supervisione della Soprintendenza dei Beni culturali e l’aiuto dei giovani studenti di alcuni istituti locali.
«Siamo qui per verificare che l’intervento venga eseguito con modalità compatibili con la tutela del bene monumentale», spiega a MeridioNews Vittorio Di Blasi, restauratore della Soprintendenza di Catania. In questo caso, si tratta della collina storica. Zona del centro cittadino paternese dove si trovano anche altri monumenti che, dopo essere stati vandalizzati, versano in condizioni degradate: dal Castello normanno alla Chiesa madre, oltre alla scalinata settecentesca trasformati in vere e proprie tele su cui incivili scrivono o riproducono dei disegni spesso volgari utilizzando delle bombolette spray.
Se da una parte c’è chi contribuisce a creare o aumentare il degrado dei luoghi in cui vive quotidianamente, dall’altra sono molti i giovani che si impegnano per ridare bellezza alla Collina di Paternò. Così, nell’ambito delle attività di alternanza scuola-lavoro, cento studenti del liceo scientifico Enrico Fermi, con la cooperazione di SiciliAntica e Vivisimeto, hanno ripulito la scalinata settecentesca. «Siamo molto orgogliosi di aver preso parte a una iniziativa come questa – affermano i giovani – che ci ha fatto vivere un’esperienza che ci ha permesso di scoprire l’importanza di un luogo a noi vicino e di prenderci cura della sua valorizzazione».
Soddisfatto il sindaco Nino Naso che parla di un «riscatto nei confronti dei vandali che avevano danneggiato i gradini nella nostra Collina storica», ringraziando tutte le persone che, a vario titolo, si sono adoperate per il restauro. «È stata una grande emozione vedere i ragazzi impegnati a prendersi cura di un bene comune. Speriamo – conclude il primo cittadino – che siano stati d’esempio per tanti altri loro coetanei».
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