Tirano un primo bilancio i consiglieri comunale dell’opposizione a un anno dall’insediamento dell’amministrazione guidata da Nino Naso, nel Comune di Paternò. Una sorta di operazione verità sulle cose che non vanno della giunta Naso, almeno secondo i consiglieri di minoranza, che hanno convocato una conferenza stampa a Palazzo Alessi. C’erano tutti, quasi al gran completo: Anthony Distefano (Diventerà Bellissima), Marco Gresta, Claudia Flammia e Martina Ardizzone (Movimento 5 stelle), Pietro Cirino, Patrizia Virgillito e Giuseppe Lo Presti (Paternò 2.0), Guido Condorelli e Emilia Sinatra (Forza Italia, assente Pippo Orfanò). «Ci attendevano di più in questo anno – dice a MeridioNews Pietro Cirino, capogruppo di Paternò 2.0 – Abbiamo aspettato che, una volta finita la campagna elettorale, si cominciasse a governare seriamente la nostra città. Quello che abbiamo visto è un governo di città senza organizzazione: non abbiamo nessun bilancio consuntivo 2017 né quello di previsione 2018. Da quello che sappiamo i numeri non sono chiari e invitiamo il sindaco a procedere a un equilibrio di bilancio, perché crediamo che ci siano alcuni crediti di dubbia esigibilità e introiti sovrastimati».
Secondo Cirino, il motivo per il quale quest’anno hanno condotto «un’opposizione morbida» è che speravano che Naso «potesse dare risposte alla città». In riferimento alla giunta Naso, il consigliere parla di un comportamento «assurdo». A partire dalla decisione del primo cittadino di concentrare su di sé le deleghe più importanti: bilancio, lavori pubblici e urbanistica. Per il capogruppo pentastellato Marco Gresta «abbiamo svolto un ruolo collaborativo: in Consiglio comunale il sindaco non ha la maggioranza, è stato da noi aiutato nei numeri: abbiamo tenuto il numero legale e votato delibere con grande senso di responsabilità. Ora è arrivato il momento di dirlo: Paternò è sull’orlo del baratro».
«Abbiamo cercato di comprendere cosa sapesse fare questa amministrazione: abbiamo capito che la città è immobile, e più sporca rispetto a prima. Ha, inoltre, un grave problema legato ai conti», dichiara invece Anthony Distefano. «Chiediamo di avviare l’iter per il riequilibrio, l’amministrazione ha il dovere di dire alla città come stanno le cose e di smettere di raccontare favole». E di spiegare, inoltre, che fine abbia fatto il progetto di ridurre l’addizionale Irpef. «La spaccatura in Consiglio comunale danneggia la città», rincara la dose Guido Condorelli, capogruppo di Forza Italia.
E a proposito dell’addizionale Irpef all’unisono i consiglieri hanno ribadito come l’opposizione aveva presentato, secondo i termini di legge ossia entro il 31 marzo, una proposta della riduzione dell’aliquota, ma è stata accantonata. Ed ancora i consiglieri hanno evidenziato altre mancanze: l’assenza di diretta streaming del Consiglio, i mancati tagli ai posti di sottogoverno. «Sono polemiche sterili – dichiara a MeridioNews Nino Naso – La proposta dell’addizionale Irpef è arrivata il 3 aprile e la segretaria generale lo ha spiegato ai consiglieri. Noi, comunque, ci lavoreremo». E sui motivi che impediscono all’amministrazione di chiudere il bilancio spiega: «Sentenze perse e la situazione dell’Ipab Salvatore Bellia». «Abbiamo ottenuto diversi finanziamenti: l’ex macello di via Fonte Maimonide, le condutture idriche, la riqualificazione della stazione San Marco… Sono alcuni esempi della nostra attività di governo. Il governo del fare e non delle parole».
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