Una serie di denunce alla procura della Repubblica di Catania, partite da alcuni genitori dei ragazzi che frequentano le principali scuole di Paternò, hanno spinto Eugenio Ciancio, responsabile dell’ufficio del datore di lavoro del Comune, a inibire l’accesso agli edifici pubblici che ospitano gli istituti scolastici. Stesso provvedimento per il palazzo comunale in zona Ardizzone. Secondo i familiari degli studenti gli immobili presenterebbero delle carenze a livello di certificati di agibilità e di prevenzione incendi.
Per questi motivi è stato indetto un tavolo tecnico, voluto con la massima urgenza dai presidi, che si è riunito per la prima volta questa mattina all’interno della biblioteca dell’ex tribunale di piazza della Regione. All’incontro hanno partecipato il sindaco Mauro Mangano, Eugenio Ciancio, Valentina Campisano, assessora alla Pubblica istruzione, Nanni Saccone, responsabile sicurezza e i dirigenti scolastici di tutte le realtà i cui edifici sono di pertinenza del Comune. Nonostante la misura intrapresa dal dirigente comunale, al termine del meeting si è deciso di lasciare comunque gli istituti operativi, così come il palazzo del Comune, in attesa che tutta la documentazione sulla sicurezza venga ultimata.
«Si tratta di una scelta burocratica, legata alla certificazione, ma non strutturale – ha specificato Mangano – In questo periodo stiamo lavorando sull’impiantistica, visto che di recente le normative a riguardo sono più severe». «Stiamo ricostruendo il data-base di ogni scuola – ha aggiunto – e, nel contempo, se la squadra di tecnici vede delle criticità, si interviene per sistemarli».
Nel suo intervento, infine Ciancio ha specificato che la situazione «non è stata sottovalutata». «Abbiamo effettuato lavori di adeguamento, di rifacimento e di riqualificazione in questi anni nei vari plessi, ma adesso – spiega – quello che manca è solo qualche certificazione. E questo non vuol dire che gli edifici rappresentano un pericolo per gli allievi». «Le nuove tempistiche di presentazione della documentazione – conclude – hanno modificato i nostri piani».
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