Si aggrava la problematica del trasporto degli studenti con i tre scuolabus ormai fuori uso. Un argomento affrontato qualche settimana fa da MeridioNews con un approfondimento in cui si raccontava il disagio che decine di studenti paternesi e le loro famiglie subivano a causa del guasto di due su tre mezzi di proprietà del Comune, fermi ai box da mesi perché l’ente comunale non ha soldi per pagare le officine meccaniche per riparare i guasti ai mezzi. Nelle ultime 48 ore la situazione relativamente al trasporto scolastico è peggiorata in quanto anche l’ultimo scuolabus in servizio da lunedì ha appeso gli pneumatici al chiodo. Infatti il responsabile del parco auto del Comune, considerate le condizioni pietose in cui versava il mezzo con pneumatici usurati e sistema frenante non ottimale, ha deciso di bloccare il mezzo fino a tempo indeterminato, ossia fino a quando non saranno trovate le risorse economiche per sistemare il guasto ai freni e sostituire i copertoni ormai usurati.
Nel dettaglio, gli uffici comunali che si occupano del parco auto (sono 52 i mezzi di proprietà del Comune) hanno a disposizione 1250 euro ogni tre mesi, somma esigua indirizzata proprio alla manutenzioni dei mezzi. I tre mezzi veicoli presentano guasti meccanici che richiedono una certa somma per essere sistemati e rimessi sulla strada. Un mezzo è fermo dallo scorso mese di maggio. L’officina autorizzata per ripararlo ha preventivato una spesa di poco inferiore ai 2500 euro. Lo scuolabus era quello che copriva prima del fermo le contrade a Nord della città, quelle a cavallo con i comuni di Belpasso e Ragalna. Un secondo mezzo è ai box da oltre tre settimane, necessita di una riparazione di poco inferiore ai 500 euro. Con questo solitamente veniva coperta quella parte del territorio comunale compreso tra contrada Schettino e il comune di Santa Maria di Licodia. Invece con il terzo bus scolastico, bloccato per forza maggiore da 48 ore, ci si occupava degli studenti che risiedono nelle contrade di Sferro,Tre Fontane, Gerbini e Rotondella.
A questo punto i genitori degli studenti, per evitare ulteriori disagi ai figli, hanno fatto ricorso ai trasporti privati, ossia a persone che sono in possesso di furgoni adibiti al trasporto umano che fanno la spola tra le periferie della città e il centro cittadino e il prezzo varia da un minino di 30 euro a un massino di 60-70 euro. Il costo è diverso in base alla distanza da coprire. Se all’interno di un nucleo familiare c’è più di uno studente viene applicato una sorta di scontro famiglia. Disagi anche per i bambini disabili in carrozzella visto che uno degli scuolabus era adibito per il loro trasporto. Per far fronte al problema il Comune ha fatto ricorso al cosiddetto taxi sociale, ossia un mezzo in uso solitamente ai servizi sociali e messo a disposizione da privati per il trasporto di persone con gravi disabilità. Sulla vicenda relativa al fermo degli scuolabus se ne sta occupando il deputato all’Ars Nello Musumeci che ha presentato al governo regionale una interrogazione.
«II governo regionale preveda con urgenza un intervento economico straordinario a favore del Comune di Paternò vincolato alla riparazione e messa su strada degli scuolabus attualmente fermi per guasti meccanici, al fine di garantire la piena assistenza agli scolari della comunità paternese, una situazione che ha provocato non pochi disagi per alunni e genitori – si legge nell’interrogazione -, e uno dei mezzi fermi è quello predisposto al trasporto di disabili. Nel bilancio comunale è prevista una somma assolutamente insufficiente a consentire la riparazione dei mezzi, arrecando di fatto un notevole disagio alla comunità e colpendo la fascia più debole e vulnerabile». Interpellato da MeridioNews sul problema, il primo cittadino di Paternò Mauro Mangano ha risposto che avrebbe contattato gli uffici comunali per avere prontezza sugli ultimi aggiornamenti per poi ricontattarci. A ora la testata non ha ancora ricevuto una risposta.
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