Paternò, errore nel sorteggio degli scrutatori Scelti più addetti di quelli previsti dalla norma

Una svista clamorosa andata in scena negli uffici elettorali del Comune di Paternò, che avrebbe potuto produrre nell’immediato l’annullamento del referendum in programma domenica prossima in tutta Italia. A finire sotto la lente d’ingrandimento il sorteggiato di quattro scrutatori per ogni singola sezione, per un totale di 47 incaricati. In realtà gli addetti da nominare dovevano essere soltanto tre per seggio. Un errore che non è passato inosservato con alcuni cittadini che hanno segnalato l’incongruenza ai componenti del meetup locale del Movimento 5 stelle

I grillini hanno da subito chiesto chiarimenti agli uffici elettorali sbandierando l’elenco pubblicato sul sito dell’ente: «Secondo la normativa del ministero dell’Interno il seggio è composto da un presidente, un segretario e tre scrutatori – scrivono in una nota –  abbiamo espresso le nostre perplessità rispetto alla nomina di un numero di quattro scrutatori, dubbi che erano fondati, e avvalorati dal responsabile dell’ufficio elettorale della corte d’appello di Catania, il quale ha messo in moto un meccanismo di verifica delle decisioni adottate dalla commissione elettorale del Comune di Paternò». Il Movimento 5 Stelle si augura che per il futuro «i dirigenti degli uffici comunali siano all’altezza del ruolo che ricoprono, vista la delicatezza della materia. Se non fosse stata segnalata dai cittadini e dal meetup si sarebbe potuto portare all’annullamento del voto referendario». 

Dopo la svista ci sono stati contatti continui tra la prefettura etnea e il Comune. Così è stata trovata una soluzione: il quarto scrutatore sorteggiato di ogni singola sezione assumerà la figura di «scrutatore supplente». L’assessore ai Servizi demografici Alfredo Minutolo a caldo aveva detto «che qualcuno pagherà per questo errore assumendosi le dovute responsabilità», successivamente subito dopo aver trovato la soluzione lo stesso si è lasciato andare ad un commento più soft: «Mi è stato detto che è stato interpretato in modo non corretto quando prevede la normativa. A mio avviso una più attenta visione degli articoli avrebbe permesso di evitare questa inghippo».

Salvatore Caruso

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