Paternò, da bene confiscato a orto per studenti Preside: «Coltiveremo anche le erbe aromatiche»

«Dopo una lungaggine burocratica durata diversi anni siamo riusciti a cedere per uso gratuito alla scuola Francesco Redi un’area confiscata alla mafia». A dichiararlo è Mauro Mangano, sindaco di Paternò. La giunta ha approvato la delibera attraverso la quale si stipula la convenzione per la concessione del terreno sito in contrada Bellacortina Junco all‘istituto di Paternò, Belpasso e Biancavilla con sede centrale a Paternò in via Lucania. «In questo modo il bene potrà essere utilizzato per dare vita a un’azienda agricola», precisa il primo cittadino. Il Redi è un insieme di scuole di indirizzi differenti: al suo interno convergono l’industriale Ferraris di Belpasso, il liceo Scientifico Russo Giusti di Belpasso, l’Ipsia di Biancavilla e il Santo Asero di Paternò. La direzione è affidata a Silvio Galeano.

La convenzione prevede che per due anni l’ente paternese affidi alla scuola la gestione di un fondo agricolo coltivato ad aranceti con annesso una villetta. Il complesso si estende per circa duemila metri quadrati e il comune si impegnerebbe ad abbattere l’immobile. Il bene fu confiscato a Giovanni Messina, uomo ritenuto vicino al clan Assinnata, e quindi assegnato al comune di Paternò. L’agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata ha accolto la richiesta paternese. Il bene immobile fu consegnato da Michele Rizzo – amministratore finanziario del bene confiscato – nelle mani dell’ex assessora Flavia Indaco nel gennaio del 2013. Il complesso, inoltre, era stato confiscato nel 2009 ma la decisione è divenuta definitiva nell’ottobre del 2011 a seguito di un’ordinanza emessa dalla Corte di cassazione che ha confermato i due precedenti decreti emessi, in primo grado nel 2009 e in Corte d’Appello nel 2010.

Nel dicembre del 2013 ignoti entrarono nel terreno, lo vandalizzarono e poi appiccarono il fuoco all’immobile. «Non abbiamo potuto agire prima perché per motivi burocratici (l’immobile, ad esempio, non era registrato al catasto in quanto costruito abusivamente) non potevamo procedere ad attuare questa soluzione – ha concluso Mangano – che va a soddisfare due aspetti importanti: la legalità e la destinazione sociale». «La scuola in questo modo ha in mano un bene che possono sfruttare gli studenti che possono crescere e migliorarsi nel mondo professionale», spiega Mangano.

Soddisfatto il preside Silvio Galeano: «Un merito va all’ex assessora Indaco che ha avviato il progetto. Il terreno era stato visionato accuratamente e si prestava per ospitare la nostra azienda agraria. Allo stato attuale ne abbiamo una in attività all’interno di un terreno di contrada Schettino in territorio di Santa Maria di Licodia: paghiamo cinquemila euro di affitto all’anno e le nostre risorse economiche sono agli sgoccioli. Nella nostra azienda i ragazzi – prosegue il dirigente scolastico – hanno l’opportunità di formarsi e di migliorarsi dal punto di vista lavorativo». «Stiamo in sostanza applicando la Buona scuola e l’alternanza scuola-lavoro. Dentro l’azienda – conclude Galeano – coltiviamo erbe aromatiche, pomodori e ortaggi». Lunedì alle 11.30 sulla collina storica, in occasione delle cerimonie in ricordo dell’omicidio del giudice Giovanni Falcone, ci sarà la consegna delle chiavi da parte del sindaco Mangano al preside Galeano.

Salvatore Caruso

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