«Questi ultimi giorni sono molto duri da digerire per chi ormai da tempo si occupa di volontariato animalista nel territorio di Paternò». È così che Massimo Anicito di Cuori Randagi e Giuseppe Panassidi di Uniti per gli animali (Upa) hanno commentato gli ultimi atti di crudeltà che si sono registrati nel Paternese ai danni degli animali. Qualcuno, infatti, nei giorni scorsi ha disseminato delle esche avvelenate sulle strade della Piana di Catania, in particolare nelle contrade San Nicolò e Costiglie. Un gesto che ha provato la morte di nove cani randagi e di una volpe.
«Malgrado siano state allertate le autorità preposte non è stato possibile intervenire in modo incisivo sia per la vastità dell’area che necessita di essere bonificata, sia per la carenza del personale addetto», lamentano gli animalisti che hanno subito denunciato l’episodio. «Ci siamo attivati – raccontano – nei limiti del possibile, sia dal punto di vista mediatico per informare la popolazione del pericolo ancora attivo nelle due contrade, sia dal punto di vista pratico effettuando la rimozione e la distruzione delle esche che abbiamo trovato».
Entrambe le associazioni hanno fatto una denuncia contro ignoti al comando dei vigili urbani di Paternò per attivare l’Asp territoriale e informare la procura di Catania sull’accaduto, come da protocollo. Intanto, però il veleno è stato lasciato anche all’interno di alcuni fondi agricoli privati della zona. Ieri, inoltre, un cane è stato trovato morto lungo via Fonte Maimonide, nei pressi dell’ex macello comunale
È per questo che i volontari chiedono alle istituzioni locali maggiore collaborazione anche in termini di partecipazione economica. «Come sempre piove sul bagnato, e a più di un anno dall’insediamento della nuova amministrazione – dicono Anicito e Panassidi – ci ritroviamo a dover fronteggiare problemi causati dalla mancata assegnazione di risorse adeguate al settore randagismo che costringono le nostre associazioni a mettere giornalmente la mano al portafoglio».
Gli animalisti evidenziano, inoltre, l’immobilismo dell’ufficio Tutela animali (Uta) nell’assegnazione delle risorse. «Siamo di fronte a uno stallo per quel che riguarda la ripartizione adeguata di crocchette e antiparassitari in base al numero di cani in tutoraggio ad associazioni e privati. Chiediamo – aggiungono – al sindaco Nino Naso di prendere con urgenza i dovuti provvedimenti in tal senso». Da parte sua, intanto, il vicesindaco Ezio Mannino ha ribadito che «da parte dell’amministrazione c’è stata e continuerà a esserci la massima disponibilità a lavorare con le associazioni per affrontare al meglio la problematica dei randagi».
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