Il bilancio di previsione 2015 del Comune di Paternò è finito nell’occhio del ciclone subito dopo il parere negativo dato da parte di due dei componenti del Collegio dei revisori dei conti. Un fatto che ha spinto il Movimento 5 stelle cittadino a presentare un esposto alla Corte dei Conti. «Nell’esprimere parere negativo al bilancio 2015, l’organo di revisione – affermano i pentastellati Salvo La Delfa e Giuseppe Sapienza – ha evidenziato una inattendibilità nella contabilità dell’ente, specialmente nel rapporto tra credito e debito con le società partecipate Ama e Ato Simeto Ambiente». La situazione finanziaria del Comune di Paternò presenterebbe problematiche «talmente gravi che – continuano gli attivisti del movimento – se non tempestivamente rimosse, potrebbero influire negativamente sul mantenimento degli equilibri di bilancio nei successivi esercizi finanziari». Con questo atto di denuncia, il Meetup paternese spera che venga fatta una verifica sulle criticità evidenziate.
Rincarano le accuse Nino Naso, Aldo Motta e Vito Brullo. Promotori, mesi addietro, della delibera di iniziativa popolare per l’annullamento dell’aliquota dell’addizionale Irpef. Delibera poi respinta dal Consiglio comunale. I tre, inoltrando una nota alla Corte dei Conti e al dipartimento regionale enti locali, hanno sottolineato alcune presunte incongruenze, soprattutto quando si parla del credito vantato nei confronti dell’Ama. «Il Consiglio va ad approvare il bilancio privo di legittimità», dicono.
Il voto è previsto per domenica 29 novembre, alle 10. E nel frattempo alcuni consiglieri hanno presentato degli emendamenti. Legati, anche in questo caso, al recupero dei crediti con l’azienda municipalizzata responsabile della gestione del servizio idrico comunale. Vito Rau, Nino Valore, Ezio Mannino e Roberto Faranda chiedono di iscrivere il credito in bilancio: «È un modo per sanarlo – affermano i quattro consiglieri – Così si alleggerisce la pressione fiscale, si può eliminare l’Irpef e si può potenziare il capitolo di spesa riservato ai servizi sociali».
«Il credito che vanteremmo nei confronti dell’Ama risale al 2001 – replica il sindaco Mauro Mangano – Quando il Comune venne condannato a pagare un risarcimento, pari a circa un milione e mezzo di euro, a un privato, proprietario di alcuni pozzi da cui veniva attinta l’acqua. Ritengo assurdo che, dopo tutti questi anni e dopo aver saldato il debito, il Comune decidesse di rivalersi sull’azienda idrica. Per di più, considerato che l’Ama è un’azienda municipalizzata con capitale comunale al cento per cento, non si capisce quale sarebbe il vantaggio per i cittadini se l’azienda idrica dovesse versare all’ente queste somme, che alla fine peserebbero comunque sui contribuenti».
Altra vicenda riguarda i rapporti fra il Comune paternese e l’Ato Simeto Ambiente. Secondo quest’ultima il comune paternese le deve oltre 30 milioni di euro. Soldi che sarebbero stati anticipati negli anni passati per fronteggiare le emergenze spazzatura. «Stiamo provando a dimostrare con le carte che il debito non sussiste – spiega Mangano – Si parla di un debito che il Comune ha sempre rifiutato di pagare, rigettando tutte le istanze di Simeto Ambiente. In più, l’ente ha incaricato un legale affinché si possa fare definitivamente chiarezza su tutta la vicenda». E mentre l’argomento bilancio tiene banco, il consiglio comunale – riunito in seduta straordinaria – ha approvato una delibera attraverso la quale il Comune risparmierebbe in 25 anni circa cinque milioni di euro. Una cifra che si tradurrebbe in 250mila euro in più da poter usare per ogni singolo anno.
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