Paternò, al Papa Francesco minori migranti non accompagnati «Ma alcuni sono già scappati, forse in direzione Nord Europa»

Paternò ha accolto, in queste settimane, i migranti provenienti dai continui sbarchi sulle coste siciliane. Dagli inizi di aprile è attivo in città un centro di prima accoglienza per minori non accompagnati, Papa Francesco, in grado di ospitare fino a un massimo di 44 minorenni. «Lo scorso 7 aprile – spiega Maria Rita Peci, una delle responsabili del centro gestito dalla cooperativa Papa Roncalli – la questura del capoluogo etneo ci ha affidato sei minori del Bangladesh e siamo andati a prenderli direttamente al Porto di Catania». Altri 33 ragazzini non accompagnati, sono poi arrivati al centro lo scorso 17 aprile, a seguito di un altro sbarco in Sicilia. Si è trattato soprattutto di minorenni di nazionalità somala ed eritrea. Allo stato attuale il centro Papa Francesco ospita 26 minori, mentre altri due ragazzi si trovano ricoverati nell’ospedale Santissimo Salvatore di Paternò e al Garibaldi centro di Catania. Nel frattempo si registra l’allontanamento, nei giorni scorsi, di undici ospiti dalla struttura; a tal proposito è stata presentata dai responsabili del centro una denuncia ai carabinieri della compagnia di Paternò. 

«I ragazzi sono liberi di uscire, questo non è un carcere – specifica l’educatrice – Noi cerchiamo di farli uscire con un nostro educatore in modo tale da essere osservati ma non possiamo obbligarli. A noi chiedono il permesso di uscire: teniamo una lista in cui annotiamo l’entrata e l’uscita dell’ospite. Se non fanno più rientro dobbiamo attivarci per segnalarne il mancato rientro», dice Peci. La quale prosegue: «Molti sono già scappati. Presumo che hanno già degli agganci e sanno dove andare nel nord Europa o nel nord Italia Italia». La responsabile ci spiega perché due minori appena giunti al centro di prima accoglienza di via Stazione sono stati trasferiti nei presidi ospedalieri del territorio: «Il giovane ricoverato all’ospedale di Paternò ha dei frammenti di proiettile in una gamba – racconta Maria Rita Peci – In Libia, dove il ragazzo si è imbarcato, avvengono cose un po’ strane. L’altro giovane aveva una piccola reazione cutanea e abbiamo preferito mandarlo nel reparto Malattie infettive per stare più tranquilli». 

I minori nel centro conducono una vita tranquilla. «Dopo aver fatto colazione, i ragazzi mettono ordine nelle loro stanze, sotto l’osservazione degli educatori e poi si dedicano alle attività ossia allo sport e alle lezioni di italiano. La settimana prossima inizieranno la scuola all’interno del plesso di via Libertà con corsi serali di prima alfabetizzazione», afferma l’educatrice. I minori del centro sono nati tra il 2000 e il 2001; c’è qualche nato del 1999 prossimo a diventare maggiorenne e c’e anche qualche giovane del 2002. Il territorio paternese avrebbe accolto favorevolmente la presenza dei minori come ci conferma l’educatrice: «Abbiamo chiesto la collaborazione con diverse associazioni attive in città; i Servizi sociali del Comune sono stati informati della nostra presenza, anche se l’argomento in questione è molto delicato».

Salvatore Caruso

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