Far slittare la procedura di licenziamento di una
decina di giorni e consentire un nuovo tavolo tecnico tra Regione, Rfi e Sis per scongiurare la chiusura del cantiere palermitano. Si conclude con queste promesse la protesta di otto ore scattata stamane al cantiere del passante ferroviario di Palermo, opera a rischio dopo l’annuncio dell’azienda, che ha in appalto i lavori, di voler licenziare i 260 operai impegnati nei lavori. Partito dalla stazione Notarbartolo, il corteo ha raggiunto la sede dell’assessorato regionale alle Infrastrutture in via Leonardo Da Vinci dove i sindacati, che avevano chiesto un incontro con l’assessore Marco Falcone per affrontare in nodi della vertenza, sono stati ricevuti dal dirigente regionale Fulvio Bellomo.
È stata l’occasione per esprimere, ancora una volta, i timori sul futuro del cantiere che potrebbe «rimanere
l’ennesima opera incompiuta della provincia di Palermo». Una corsa contro il tempo, perché la Sis nei giorni scorsi ha dato il via alla procedura per il licenziamento di tutti i lavoratori occupati nel cantiere, motivandola con il recesso contrattuale avviato nei confronti della committente. Al centro dello scontro, il braccio di ferro tra l’azienda e Rfi sulla ormai annosa vicenda della variante al contratto da oltre 100 milioni di euro. Un punto sui cui nessuna delle due parti sembra, al momento, intenzionata a cedere. Ma a pagarne il prezzo più alto potrebbero essere gli operai, per i quali sono partire nelle scorse settimane le lettere di risoluzione del rapporto di lavoro.
L’iter dei licenziamenti, infatti, sta per concludersi: il
24 maggio era previsto l’ultimo incontro all’ispettorato del lavoro di Palermo e un rinvio potrebbe rappresentare l’ultima speranza per i lavoratori. «Durante l’incontro l’assessore, in contatto telefonico con il dirigente, si è assunto l’impegno di spostare la procedura di una decina di giorni – affermano i segretari generali di Feneal, Filca e Fillea Ignazio Baudo, Paolo D’Anca e Francesco Piastra – oltre quel termine l’azienda avrebbe le mani libere per licenziare. Nel frattempo, l’assessore fisserà un nuovo tavolo politico-tecnico con Rfi e Sis per fare finalmente chiarezza sul futuro dell’opera e sul mantenimento dei livelli occupazionali. SIamo ottimisti – concludono – perché ci lascia ben sperare in attesa di questo incontro».
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