Perdite milionarie, valori di mercato con il segno meno e una situazione patrimoniale in rosso. Sono gli indicatori che tracciano lo stato di salute delle sei società partecipate del Comune di Catania. Un impero che conta 1700 dipendenti e che offre quotidianamente, almeno sulla carta, i servizi essenziali ai cittadini: dal trasporto pubblico, alla fornitura di acqua e gas, fino alla mobilità e alla cura del verde. Negli ultimi tre anni, stando ai dati forniti dal vicepresidente del Consiglio comunale Sebastiano Arcidiacono (Scarica il report completo) la situazione è peggiorata. Performance negative che, se non verranno risolte, porteranno dritte al fallimento. Anche in virtù delle recenti norme del decreto Madia che impone la cura snellente ad aziende controllate dalla pubblica amministrazione che in Italia si trasformano con facilità in carrozzoni politici.
L’Amt, azienda metropolitana trasporti, con le sue corse dimezzate e i tempi d’attesa sempre più lunghi è una delle società con il segno meno più preoccupante. Il suo patrimonio netto negli ultimi tre anni è calato di cinque milioni di euro. «Con i fondi da recuperare da Comune e Regione, Amt ha una situazione patrimoniale preoccupante che la rende sempre meno appetibile sul mercato». Le idee, rimaste per il momento solo su comunicati stampa e dibattiti, sono quelle di una fusione con l’altra partecipata Sostare o l’ingresso dei Comuni metropolitani nel pacchetto azionario dell’azienda. Ipotesi, quest’ultima, recentemente prospettata dal sindaco Enzo Bianco ma seccamente smentita a MeridioNews dai primi cittadini dell’area etnea, che non vedono di buon grado l’ingresso in una società piena di criticità.
Il caso Amt non il solo a preoccupare. C’è anche l’Asec Trade, società che si occupa del gas che rientra tra le partecipate inserite dall’amministrazione nel piano di riordino. Un progetto che prevede la vendita dell’azienda che attualmente offre i suoi contratti a 40mila utenti. «Le modalità di cessione verranno decise dal mercato», annunciava Bianco nel 2015. Oggi la società vale sempre meno con i ricavi che calano in maniera netta e la rendono sempre meno appetibile. E i segnali d’allarme arrivano anche da Sostare, società che si occupa degli stalli a pagamento nel Comune di Catania. Le strisce blu negli ultimi tre anni hanno portato a una chiusura d’esercizio «quasi insignificante per il 2015», spiega Arcidiacono. Numeri alla mano il patrimonio è passato da 795mila euro nel 2013 a 290mila nel 2015. «I soldi della sosta a pagamento dovevano essere destinati alla mobilità – spiega il vicepresidente del Consiglio – ma senza ricavi non è possibile fare investimenti».
Se Multiservizi è l’unica partecipata con un andamento stabile, le altre note dolenti arrivano da Sidra e Asec Spa. Entrambe non hanno il bilancio 2015 ancora approvato, ma c’è di più. Su Sidra ha detto la sua la Corte dei conti evidenziando un disallineamento tra debiti e crediti con il Comune di 38 milioni di euro. I crediti vantati da Sidra nei confronti del Comune non coinciderebbero con i debiti messi neri su bianco da Palazzo degli Elefanti. «La prospettiva è la perdita di milioni di euro che verranno assorbiti dal patrimonio netto della società». Simile il discorso per Asec Spa con una richiesta di arbitrato su debiti e crediti. «Asec mette in discussione i crediti che il Comune dice di vantare – spiega Arcidiacono – ma che la partecipata dice di non riconoscere nel suo bilancio». In totale le partecipate perdono sei milioni di euro di patrimonio netto, con i ricavi che scendono invece di 12 milioni. «Non ci sono iniziative concrete da parte dell’amministrazione – conclude il consigliere comunale -. Bisognerà fare scelte nette con dei manager sganciati da logiche politiche e poteri quasi commissariali». Il rischio all’orizzonte non sono solo per i cittadini ma anche per i 1700 dipendenti.
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