Parola d’ordine: massacrare le coste siciliane

Ieri lo zucchero, oggi l’amaro. Ieri si chiude la pagina dei Consorzi Asi, oggi si prova ad aprire l’eterno libro del malaffare edilizio. Ieri, bene o male, si riducono (ma non si aboliscono) le clientele annidate nel finto ‘sviluppo’ industriale, oggi si tenta di dare una mano a chi ha calpestato la legge. Oggi, insomma, Sala d’Ercole potrebbe iniziare a discutere il disegno di legge che punta a massacrare una parte importante delle coste siciliane. Dove, in palese violazione di legge, sono state edificate migliaia di abitazioni abusive, piccole e grandi. Colate di cemento mostruose (soprattutto nel Catanese) che oggi valgono poco, ma che, con l’eventuale approvazione della legge da parte del’Ars, acquisteranno un valore immenso. Un ‘regalo’ del parlamento siciliano non soltanto ai piccoli proprietari ma, soprattutto, ai portatori di interessi ‘inconfessabili’. ma andiamo con ordine.
Ieri Sala d’Ercole, oltre ad esitare la riforma dei Consorzi Asi (argomento del quale si parla in altra parte del giornale) ha approvato anche il passaggio all’esame degli articoli del disegno di legge sull’Istituzione della provincia regionale di Gela. In questo passaggio d’Aula va in scena la contraddizione – o la diversità di vedute – tra un governo che dice di voler abolire le nove Province regionali dell’Isola e il parlamento regionale che propone l’istituzione della decima Provincia, quella, per l’appunto, di Gela.
L’assessore Marco Venturi, da parte sua, oltre alla soddisfazione per la riforma delle Asi caldeggiata da sempre da Confindustria Sicilia (della quale venturi è espressione), ha accettato come ‘raccomandazione’ due ordini del giorno che impegnano il governo: 1) ad assumere iniziative a tutela dell’autentico “Made in Italy” nel settore agro-alimentare; 2) impegnare il governo – e quindi anche il presidente della Regione e non solo lo stesso assessore Venturi – ad autorizzare l’assegnazione di un contributo straordinario in favore dei lavoratori delle aziende in crisi della zona industriale di Carini e Palermo.

All’assalto delle coste!
Il presidente dell’Ars, Francesco Cascio, ha rinviato i lavori d’Aula a oggi pomeriggio alle 16,00. All’ordine del giorno ci sono vari disegni di legge. E qui entriamo nel ‘vivo’ della ‘malapolitica’. Visto che, ai primi punti dell’ordine del giorno, c’è la “Riqualificazione urbanistica con interventi di edilizia sociale convenzionata. Misure urgenti per lo sviluppo economico”. Dietro questa formula si cela, per l’appunto, il pericolo che l’Aula avvii la discussione su un provvedimento molto atteso dalle già citate “aree del malaffare” siciliano: la sanatoria edilizia lungo le coste della Sicilia. Un provvedimento che, se approvato dall’Aula, premierebbe chi, in tutti questi anni, in barba alla legge, ha costruito lungo le coste distruggendo quell’ambiente che è du ttti i cittadini e non dei pochi che vogliono solo speculare.
La legge che è stata violata – soprattutto in provincia di Catania e in provincia di Trapani (ma anche in altre aree costiere dell’Isola) – è la legge regionale numero 78 del 1976, il provvedimento che ha introdotto in Sicilia l’inedificabilità assoluta entro i 150 metri dalla battigia.
A partire dal 2001 i governi regionali di centrodestra hanno più volte tentato di far approvare da Sala d’Ercole una legge di sanatoria lungo le coste. Iniziativa che è stata sempre bloccata, anche per l’opposizione del centrosinistra e, a dir la verità, anche per il “no” di importanti settori dello stesso centrodestra sensibili ai temi legati alla lotta alla mafia. Questo è avvenuto anche perché, nella politica siciliana, è passata la convinzione, non priva di fondamento, che dietro le pressioni per la sanatoria edilizia lungo le costa si possano celare interessi mafiosi. Che farà, adesso, la sinistra che si trova al governo?
Tra gli altri provvedimenti che potrebbero andare in discussione oggi in Aula c’è la “Ricollocazione del personale dell’Ente autonomo Fiera del Mediterraneo”; gli “Interventi a sostegno di organismi ed associazioni antiracket riconosciute”; la “Promozione della Rete Scuole alfamediali”; il “Riconoscimento e valorizzazione della funzione educativa e sociale svolta dalle parrocchie, dagli enti ecclesiastici della Chiesa cattolica, dagli enti delle altre confessioni religiose con le quali lo Stato ha stipulato una intesa ai sensi dell’articolo 8 della Costituzione e dalle comunità di recupero”; le “Norme per il contrasto e la prevenzione della violenza di genere”; le “Disposizioni per promuovere il rispetto dell’identità di genere”.
Sempre ieri, l’Aula ha approvato un emendamento, presentato dall’assessore Marco Venturi, che consente alle imprese e alle aziende dei Comuni del Messinese colpiti dalle alluvioni del novembre scorso di potere accedere ai benefici previsti dal Fondo regionale per il Commercio, gestito da Banca Nuova. A poter beneficiare delle agevolazioni saranno microimprese e piccole e medie imprese che occupino meno di 250 persone. Tra le agevolazioni possibili anche concessioni di credito a tasso agevolato per finanziare l’attivita’ di esercizio, per le scorte e per gli investimenti.
Prosegue senza sosta, intanto, il dibattito sul disegno di legge sulle unioni civili. Un’iniziativa legislativa che divide i partiti. E che crea divisioni anche all’interno degli stessi partiti. Emblematico quello che avviene dentro l’Udc siciliana. “La posizione dell’Udc sui temi della famiglia è chiara e, anche in Sicilia, siamo totalmente allineati con le idee che rispecchiano il partito a livello nazionale. Quindi all’Ars non daremo il nostro sostegno per l’approvazione del ddl in materia”. A sottolinearlo, in un nota, è il parlamentare regionale del partito di Casini, Giovanni Ardizzone, che di fatto toglie ogni dubbio sulla posizione dei centristi. “L’Udc – aggiunge – esprime valori cattolici che non possono sempre mischiarsi a visuali totalmente laiche”.
Non sembra pensarla così la capogruppo dell’Udc all’Ars, Giulia Adamo: Che spiega: “In un momento in cui la politica cerca di dare risposte concrete a temi importanti come il lavoro, le infrastrutture e lo sviluppo, sorprende osservare l’enfasi con cui alcuni deputati protestano per una semplice dichiarazione di principio. E’ una dichiarazione – aggiunge la Adamo – conforme alla vocazione di un popolo, quello siciliano, che ama vivere in armonia con la sua storia lontano da ogni forma di discriminazione. Su questo disegno di legge non c’è una posizione espressa dai partiti, ma una legge firmata trasversalmente. Quando l’indignazione si solleva da certi deputati del Pdl, essendo memori delle surreali difese emerse nella vicenda Ruby, non possiamo che osservare divertiti quello che definiamo un piccolo e approssimativo teatro dell’assurdo”. Ovviamente, la Adamo, ‘sorvola’ elegantemente sulla posizione espressa dal suo compagno di partito, Ardizzone.

I ‘deliri’ del Cas
Sui ‘deliri’ delle autostrade siciliane gestire dal Cas, sigla che sta per Consorzio per le autostrade siciliane, interviene l’assessore regionale alle Infrastrutture e alla Mobilità, Pier Carmelo Russo. “Il ministro Corrado Passera e, più in generale, l’intero governo nazionale – dice Russo – si stanno rivelando buoni interlocutori e dimostrano di essere attenti alle questioni che riguardano la Sicilia. Oggi (ieri per chi legge ndr) a palazzo Madama, grazie anche all’impegno dei senatori Costantino Garraffa e Maurizio Fistarol, e di altri parlamentari ai quali ho personalmente consegnato una lettera, si è parlato del possibile sblocco dei fondi destinati alla messa in sicurezza delle autostrade siciliane, a cominciare dalla Palermo-Messina: si è trattato di un importante passo in avanti per chiudere definitivamente una partita nella quale, ogni giorno, è in gioco la vita di tanti automobilisti” (l’assessore Russo, che tesse le lodi del governo Monti, dimentica che lo stesso esecutivo nazionale sta negando alla Sicilia risorse che le spetterebbero).

 

 

Redazione

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