Parliamo un po’ del Concilio Vaticano II

Monsignor  Luigi Bettazzi ha visitato Ragusa per due giorni in ottobre, per intervenire all’inaugurazione dell’Anno Accademico dell’Istituto teologico Ibleo.

Di fronte alla platea della Camera di Commercio, questo anziano Monsignore ci ha raccontato in maniera brillante ed appassionata della nascita e dei contenuti della quarta Costituzione Pastorale approvata durante il Concilio Vaticano II, la Gaudium et Spes.

Già il titolo ebbe una storia particolare: riprendendo  le prime parole del testo, avrebbe dovuto essere Luctus et angor  ( i lutti e le angosce ) ma su proposta del Cardinale Balestriero fu anticipata la parte successiva, in modo che diventasse Gaudium et Spes ( le gioie e le speranze).

Questa costituzione fu ispirata, tra l’altro, anche dall’enciclica di Papa Giovanni XXIII, Pacem in Terris scritta in occasione della crisi cubana del 1962, e si accordava pienamente con l’idea di Concilio che il Papa aveva propugnato: ciò che la situazione sociale allora richiedeva non era un concilio dogmatico, ma uno pastorale, che sapesse cioè guardarsi attorno nel mondo e tenere conto di ciò che stava succedendo, cercando, insomma, di cogliere i “segni dei tempi”.

Proprio la persona umana e la sua dignità sono al centro della prima parte della Gaudium et Spes, mentre nella seconda parte vengono forniti alcuni esempi pratici che riguardano la vita di tutti.

Nel primo capitolo, che riguarda la famiglia, viene attribuita importanza non solo alla procreazione dei figli nell’ambito del matrimonio, ma anche all’amore coniugale, che, come ha detto Bettazzi, non è considerato secondario nel senso di meno importante, ma è secondario perché è ciò che si trova per secondo, cioè, scavando più in profondità, rispetto a ciò che potrebbe apparire ad uno sguardo superficiale.

La cultura , argomento del secondo capitolo, non è da considerarsi mera erudizione, il cui raggiungimento sembra oggi più accessibile a tutti, ma come apertura verso valori superiori: la bellezza, la giustizia, la verità. Bettazzi ha ribadito l’importanza della cultura intesa come la capacità di approfondire,o, se volete, di innalzarsi, per tessere relazioni con gli altri basate non sulla volontà di dominio, o di strumentalizzazione, ma sulla conoscenza reciproca.

Non sono immutabili le leggi che governano l’economia ( argomento del terzo capitolo ), ma dovrebbero essere le necessità dell’uomo a regolarle. Monsignor Bettazzi ha anche sottolineato l’importanza della morale sociale che, spesso, viene trascurata dalla Chiesa.

Gli ultimi due capitoli, che riguardano la vita politica e la pace, si richiamano più esplicitamente alla Pacem in Terris : la pace non è mera assenza di guerra, né equilibrio del terrore, né il dominio del più forte, ma è frutto di giustizia e amore.

Concludendo, Monsignor Bettazzi ha auspicato che proprio dalla Gaudium et Spes si possa trarre nuova forza per agire concretamente  nel mondo allo scopo di realizzare e tutelare la pace e la giustizia per tutti .

 

 

Link per scaricare l’intervento di Monsignor Bettazzi :

 

http://www.areopagoibleo.it/index.php?option=com_content&task=view&id=77&Itemid=2

 

Valentina Burrafato

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