Diciamocelo con sincerità: il campo ha detto che il sogno legato alla promozione diretta in serie A è svanito ufficialmente oggi ma questo treno, sul quale è salito il Lecce che ha battuto in casa lo Spezia con il punteggio di 2-1, il Palermo lo ha perso in precedenza. Pareggiando tra le mura amiche, proprio come avvenuto nella scorsa stagione, gare abbordabili e contro avversari ampiamente alla portata. Anche nella giornata odierna i rosanero hanno diviso la posta in palio al Barbera ma bisogna riconoscere che il 2-2 contro il Cittadella è diverso da altri pareggi e va inserito in un contesto (psicologico più che tecnico) molto particolare. Un contesto quasi surreale dal punto di vista dell’ambiente, con gli oltre 28 mila spettatori (record stagionale di presenze) consapevoli che anche una vittoria avrebbe potuto avere poco significato alla luce delle scarse possibilità riconducibili ad un eventuale passo falso del Lecce e alle prospettive legate agli sviluppi del processo sportivo a carico del club, e condizionato in campo dalle notizie provenienti dallo stadio Via del Mare. Dopo il micidiale uno-due firmato Nestorovski-Trajkovski tra il 21’ e il 23’ del primo tempo (il 2-0 del numero 10 rosanero, tuttavia, è viziato da una sua posizione di fuorigioco), i rosanero hanno staccato inconsciamente il piede dall’acceleratore proprio perché erano al corrente degli sviluppi del match dei salentini. Il parziale di 2-0 dei giallorossi contro lo Spezia ha abbassato il volume del tifo all’interno dello stadio e, contestualmente, ha tolto adrenalina e concentrazione agli uomini di Rossi ormai rassegnati, di fatto, ad un epilogo amaro della stagione regolare.
La particolarità di una partita in cui la componente psicologica ha avuto un peso superiore rispetto ad altri fattori, in particolare rispetto a quello tecnico valorizzato comunque da un ottimo avvio dei rosanero abili a sorprendere la formazione di Venturato sul piano del ritmo e dell’intensità, colloca il pareggio odierno in un registro diverso. Il che non significa, però, che i rosa non avrebbero potuto fare di più per conquistare l’intera posta in palio. Giusto sottolineare che il 2-2 di oggi, maturato grazie alla rimonta degli ospiti a segno nella ripresa con il neo-entrato Diaw e con Adorni in mischia dopo essere stati sotto di due reti, va pesato e collegato a diverse variabili extra-campo ma è giusto anche non concedere troppi alibi al Palermo. Una compagine recidiva e ancora prigioniera dei propri difetti. La tendenza ad abbassare il livello di concentrazione nella lettura di alcune situazioni difensive, le pause durante il match complice un calo atletico e la mancanza di incisività sotto porta (da segnalare, a questo proposito, una clamorosa occasione sprecata da Falletti sullo 0-0 a tu per tu con il portiere e, nella ripresa, un paio di ripartenze vanificate da Puscas, entrato al 40’ del primo tempo al posto di Nestorovski alle prese con un affaticamento muscolare ad un polpaccio) sono difetti ormai radicati nel dna della squadra e non vanno messi in relazione al condizionamento o alle pressioni esercitate da variabili esterne.
Se il Palermo commette delle ingenuità o fatica a tenere la porta inviolata non dipende dal fatto che il Lecce sta vincendo con lo Spezia e che la promozione diretta in A sta sfuggendo definitivamente ma solo da lacune, sulle quali Rossi deve lavorare in vista dei playoff, che il gruppo non riesce ancora a correggere. Il pareggio maturato nella gara con il Cittadella, alla quale ha assistito dalla tribuna anche lo stato maggiore della nuova proprietà, può essere giustificabile in un certo senso ma, al di là di tutto, il Palermo ha dato ancora una volta la solita sensazione di incompiutezza amplificata da una preoccupante capacità di farsi del male da sola e di vanificare, spesso, le fatiche servite per svolgere un buon lavoro. Il Lecce ha vinto e ha fatto il suo ma se lo Spezia clamorosamente avesse ottenuto in extremis il pareggio? Fallire la A diretta per demeriti propri e per non essere riusciti a battere il Cittadella (qualificato ai playoff) sarebbe stata una beffa ancora più grande. Se proprio doveva essere questo l’epilogo, nella speranza ovviamente che il terzo posto in chiave playoff non venga cancellato dalla sentenza del Tribunale Federale Nazionale prevista tra lunedì e martedì, è stato meglio così. I rimpianti in casa rosanero rimangono ma, quanto meno, il successo del Lecce è servito a ridimensionarli dato che anche una vittoria contro il Cittadella sarebbe stata ininfluente per la formazione guidata da Delio Rossi.
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